Aumenta l’inflazione, aumenta il costo della vita, aumentano le bollette ma per i lavoratori del trasporto pubblico i salari rimangono al palo.
Ma non solo il contrato nazionale è di la da venire, anche per quanto riguarda il premio di risultato tutto tace, ovviamente per una azienda come Busitalia Veneto che da sempre pensa prima al bilancio piuttosto che alla qualità del servizio ed alla giusta retribuzione dei lavoratori, queste aumenti e la perdita del potere d’acquisto sono problemi che non interessano.
Ricordiamo nel caso qualcuno se ne fosse dimenticato che Busitalia Veneto è una azienda che fa parte del gruppo Ferrovie dello Stato, ma questa appartenenza emerge solo nei casi in cui si debbano ribadire regole o misure penalizzanti, nel caso si chieda l’applicazione di normative o regole a favore dei dipendenti come accade per i dipendenti di F.S. allora non si sa perché, ma non è possibile.
Così come non è possibile in quanto azienda autonoma pensare di riconoscere un premio che riconosca l’impegno ed il rischio vissuto tutti giorni di lavoro durante la pandemia dai lavoratori, anzi proprio a causa della pandemia anche quel poco che prevedeva il premio di risultato concordato con i confederali è andato perso.
Il risultato di questa politica aziendale associata ad una carenza organizzativa cronica che spesso per le più disparate cause non è stata in grado di fornire risposte e vera assistenza ai dipendenti, porta ad un fuggi fuggi generale che riduce giorno dopo giorno gli autisti a disposizione che preferiscono altri lavori o pagati più decentemente o almeno in grado di garantire un minimo di vita familiare.
Vi è un’unica soluzione ai problemi che sta vivendo Busitalia e che poi si riflettono sul servizio pubblico, garantire migliori condizioni di lavoro e stipendi adeguati che ridiano dignità ad un lavoro che è a tutti gli effetti un bene pubblico.
Anche per i lavoratori di Busitalia il costo della vita non si risolve con i 200 euro una tantum stanziati del Governo, la carità non è sufficiente e non può supplire alle deficienze di Busitalia, è necessario ridare dignità a chi per 39 ore la settimana di guida, ma molte di più di disponibilità, si impegna a far funzionare il TPL a Padova, bisogna andare oltre a quanto previsto dal contratto nazionale e da quello di Busitalia, bisogna riportare i salari a livelli decenti riconoscendo disagi, tempi morti, professionalità, disponibilità, guide specializzate (come il tram ad esempio).
Bisogna riportare il salario agli stessi livelli di altre aziende del veneto a partire da ACTV dove anche per i neo assunti si parla di salario dignitoso, o come accade nell’azienda vicentina STV dove si parla di premio di risultato decente
Solo così si potrà pensare di uscire da una situazione che vede sempre meno autisti e sempre meno disponibilità a supplire alle carenze organizzative aziendali.
CONTRO IL CAROVITA PER UN SALARIO DIGNITOSO PER TUTTI