Dal mese di giugno aumenterà in modo considerevole il biglietto per usare il servizio di trasporto pubblico.
In una fase come quella che sta attraversando il paese, di crisi finanziaria e con inflazione galoppante che pesa nei bilanci di tutte le famiglie e che ha portato grazie alla guerra aumenti vertiginosi delle bollette e dei prezzi dei beni alimentari a Padova si è pensato bene di aumentare anche il biglietto del trasporto pubblico locale.
Un aumento importante perché parliamo di 40 centesimi – da 1,30 euro a 1,70 euro – che a sentire i giornali e l’Ente di Governo del TPL padovano dovrebbe togliere qualsiasi alibi all’azienda. Ma quale alibi potrà mai pensare di esibire un’azienda che eroga un servizio scadente, un’azienda che fino ad oggi non ha minimamente rispettato quanto contenuto nel contratto di servizio, che ha continuamente disatteso le varie promesse sia nei confronti degli utenti sia nei confronti dei lavoratori.
La verità è che questo aumento andrà ancora una volta a pesare sulle tasche dei cittadini disincentivando l’uso del trasporto pubblico, allontanando ancor di più l’utenza da un servizio che non è oggi in grado di dare risposte certe ai bisogni di mobilità.
L’ aumento gioverà solo a Busitalia Veneto, che siamo certi non risolverà le inefficienze del servizio e la penuria di autisti, che non risolverà i problemi delle corse che saltano o vengono cancellate, che non garantirà il rispetto del contratto di servizio.
Stiamo parlando di una azienda che cerca in tutti i modi di ottenere le risorse per ripianare un debito che, a sentir loro si aggirerebbe intorno ai nove milioni di euro e che sarebbe maturato sopratutto durante la pandemia. Quello che risulta strano in questa vicenda però è che Busitalia Veneto è l’unica ad avere un deficit così alto, mentre ad esempio a Bologna l’azienda del TPL ha un utile, anche se piccolo, così come quella di Milano e di altre città che hanno visto aumenti del biglietto non di questa portata.
Il problema del tpl a Padova, lo diciamo da molto, troppo tempo, non è legato al costo del biglietto, ma piuttosto ad incapacità organizzativa, a controlli attivati tardivamente, a condizioni lavorative che invitano i lavoratori a cercare altri impieghi.
Quella di aumentare il costo del biglietto è chiaramente una scelta sbagliata, che alla fine giova solo a Busitalia Veneto: non garantirà certo un ampliamento dell’offerta, nè un miglioramento del servizio. Per questo chiediamo all’Ente di Governo di ripensarci.