Rimini – In questi ultimi anni di intervento nel territorio sono state diverse le occasioni in cui siamo entrati in contatto con lavoratori e lavoratrici dell’azienda Il Melograno, che produce insalate di IV Gamma, Succhi di frutta, Piatti pronti a Santarcangelo di Romagna.
Il continuo clima di controllo e sospetto sulla forza lavoro occupata nell’azienda principalmente di origine cinese, l’impossibilità di sindacalizzazione pena il licenziamento, la non regolarità dei livelli e delle retribuzioni, nonché straordinari pagati come normali ore di lavoro, sono gli elementi emersi in queste occasioni.
Durante il periodo delle festività natalizie siamo stati contattati da un gruppo di lavoratrici, una ventina in totale le persone coinvolte, che avevano ricevuto una lettera di contestazione e addebito, dove venivano accusate di una sistematica campagna di boicottaggio e sanzionamento contro l’azienda, agita in forma organizzata, fatta di furti e alterazioni dei prodotti finiti (insalate, piatti pronti, verdure, succhi) pronti per il commercio con l’intento di danneggiare Il Melograno, recente main sponsor del capodanno di Canale5.
La lettera è stata consegnata a mano dal rappresentante aziendale, il 19 dicembre 2016, dopo aver convocato una ad una le lavoratrici in azienda dove erano presenti anche i carabinieri che hanno identificato le lavoratrici notificandogli un verbale con cui le si informava di essere indagate per furto aggravato e contraffazione e alterazione della merce. Ci riserviamo nel merito di entrare nelle prossime settimane su questo fatto che ci appare molto grave. Nello stesso giorno veniamo contattate dalle lavoratrici, si organizza subito un’assemblea e si risponde alle generiche accuse. Il 30 dicembre, ultimo giorno utile per licenziare le lavoratrici a tempo determinato, vengono riconvocate tutte in azienda e riceveranno successivamente via posta la lettera di licenziamento per giusta causa.
Si tratta a nostra avviso di un’azione sistematica di rappresaglia su 15 lavoratrici occupate da anni con un contratto a tempo determinato come braccianti agricole e di 5 lavoratrici a tempo indeterminato che l’azienda ha voluto eliminare, entro la fine dell’anno, licenziandole per giusta causa così da immettere nelle “batterie” produttive nuova manodopera a basso costo da spremere e sfruttare, anche grazie al fatto che tale manodopera – quasi tutta di origine cinese – non conosce la lingua, è incline a un modello produttivo intensivo fatto di straordinari sistematici, poco incline ad azioni di sindacalizzazione diffusa poiché vittime del ricatto che lega il permesso di soggiorno al possesso di un contratto di lavoro.
Dentro questi aspetti si ascrivono le ragioni di questi licenziamenti e di queste gravi accuse. Le lavoratrici sono determinate nel proseguire in un percorso di emersione della vicenda e di denuncia di quanto avveniva all’interno dell’azienda di Santarcangelo.
Ancora una volta la Romagna ci racconta di come il Lavoro Gravemente Sfruttato sia una realtà endemica dei vari settori e segmenti della produzione locale dal turismo all’agroindustria. Colpisce che ad essere ostaggio di questi dispositivi di sfruttamento siano in questo caso tutte donne, in alcuni casi separate e con figli e figlie minori a carico, figlie che spesso aiutano nel ruolo di mediazione linguistica aiutando le madri in un percorso di coscientizzazione e consapevolezza dei propri diritti nel lavoro.
#MaiSchiave #NonUnaDiMeno
ADL Cobas – ex Lavoratrici Il Melograno