Così come durante il famoso Homestead Strike, i padroni dell’acciaio della Pennsylvania usarono gli scagnozzi dell’Agenzia Pinkerton contro gli operai in sciopero, e, poi di seguito, negli anni a venire vennero reclutati contro le insorgenze operaie lungo le strade ferrate del lontano West. Così come i mazzieri fascisti furono usati contro gli operai/e in sciopero durante il biennio rosso e poi per attaccare le sedi sindacali, così il presidio dei lavoratori Fedex di Piacenza è stato aggredito a colpi di bastoni, frammenti di bancali, sassi e bottiglie da una cinquantina di bodyguard e lavoratori assoldati dai padroni alla Zampieri di Tavazzano nel lodigiano. La squadraccia guidata dai capiclan di Zampieri, mimentizzata tra i lavoratori e col sostegno di qualche crumiro, ha attaccato il presidio, composto da circa 40 lavoratori inermi del SI Cobas, e per circa 10 minuti è stata lasciata agire indisturbata dalla polizia che era a pochi passi e non ha mosso un dito. Il risultato è un lavoratore di Piacenza con una frattura facciale, mentre altri 8 lavoratori hanno riportato – per fortuna – ferite più lievi. Il tutto si è svolto sotto lo sguardo complice e compiaciuto della polizia che era presente in forze, senza muovere un dito. E’ oramai evidente la reale identità di Zampieri: un’organizzazione mafiosa che agisce col sostegno di Fedex e col beneplacito delle forze dell’ordine. La stessa cosa, sebbene in un contesto diverso, è accaduta sabato scorso a Venezia durante la manifestazione del comitato No Grandi Navi, dove alcune imbarcazioni della società Transbagagli hanno attaccato la manifestazione speronando le imbarcazioni dei No navi, sotto gli occhi della polizia che ha deciso di lasciar fare. E’ evidente la saldatura che esiste tra potentati economici, stato e forze dell’ordine, con l’obbiettivo nemmeno tanto velato di eliminare le esperienze di lotta non compatibili, siano esse di matrice sindacale, climatica o di qualsiasi altro genere: il governo di unità nazionale non prevede la presenza di tensioni sociali, che vanno quindi represse, con ogni mezzo necessario. A tutti/e i lavoratori aggrediti va la nostra solidarietà e la consapevole partecipazione a questa vertenza che segna una svolta, tesa alla drammatizzazione e criminalizzazione, delle lotte nella logistica.
MA NON BASTA LA SOLIDARIETA’! E’ NECESSARIO RISPONDERE A QUESTE GRAVISSIME PROVOCAZIONI CON LA LOTTA ALLARGANDO IL PIU POSSIBILE IL COINVOLGIMENTO DI TUTTI COLORO I QUALI PENSANO CHE LE BATTAGLIE PER I DIRITTI NON POSSONO ESSERE REPRESSE CON LA VIOLENZA BRUTALE DI SGHERRI PAGATI DALLO STATO O DAI PADRONI.
PER QUESTO MOTIVO VOGLIAMO PORTARE IL NOSTRO CONTRIBUTO ORGANIZZANDO INIZIATIVE DI DENUNCIA, DI LOTTA E SCIOPERI, PARTECIPANDO ALLO SCIOPERO DEL 18 GIUGNO.
ADL COBAS