Da Foggia a Rimini: basta sfruttamento, basta morti sul lavoro!
Mentre c’è chi si dispera e si rammarica che non ci siano stati attentati nei paesi a vocazione turistica “concorrenti” e tenta così di giustificarsi il calo di presenze, c’è un dato reale e preoccupante che coinvolge anche il settore turistico e che in troppi ancora fanno finta di non vedere.
Come tutti gli anni, anche quest’anno la stagione turistica in riviera si contraddistingue per il suo grave sfruttamento lavorativo, lo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, di ciò che è il vero motore dell’impresa turistica; una condizione di normalità che ha portato negli anni ad una sempre più evidente scarsa professionalizzazione ed ha permesso e continua a permettere agli imprenditori di potersi mettere in una posizione di permanente ricatto, soprattutto nei confronti di tutti quei lavoratori migranti che vivono o si spostano verso la riviera per cercare un lavoro dignitoso da svolgere durante i mesi estivi.
Lavoratori che vivono sotto il perenne ricatto della povertà, che sono costretti ad accettare di lavorare in turni massacranti di 12/13 ore al giorno, per tutti i giorni, per una paga di 1000 euro, svolgendo di fatto la maggior parte delle ore come lavoro gratuito, lavorando gratis per centinaia di ore al mese.
Non contenti gli imprenditori della riviera, negli anni, hanno trovato e adottato una “nuova” forma di sfruttamento, quella legata ai tirocini, con lavoratrici e lavoratori che, anziché essere monitorati e seguiti da tutor, svolgono mansioni a tutti gli effetti con un compenso mensile di 450 euro nessuno straordinario, nessun giorno libero (proprio la denuncia di Jeff in questi giorni https://goo.gl/PwHWhr), fra loro molti richiedenti asilo o persone titolari di una qualche forma di protezione proprio come lo erano Bafode, Ebere, Romanus tre ragazzi che vivevano a Rimini e lavoravano nella raccolta di pomodoro nella Capitanata e sono morti nell’incidente dei braccianti a Foggia, lunedì scorso.
Una strage di braccianti, seguita assassinio di Soumalya Sacko e ad un decennio di mancanze, assenze, proliferare dei fenomeni di sfruttamento e schiavitù.
Braccianti assoldati dai caporali che la filiera produttiva del pomodoro produce (come recentemente un’inchiesta di Internazionale ha svelato) e lavorano per 2 euro all’ora.
Senza alloggi messi a disposizione dalle istituzioni, ne trasporti sicuri, ne presidi sanitari, ne acqua potabile.
Niente più, niente meno.
Da una parte i e le braccianti, sfruttati, costretti a provare a sopravvivere in baracche di fortuna, che come stiamo vedendo sempre di più trovano la morte, stremati dal lavoro estenuante nei campi, vittime di una filiera sporchissima che gioca al ribasso con la vita delle persone.
Dall’altra parte i lavoratori stagionali del settore turistico, anch’essi sfruttati per 2 euro all’ora, stipati in 4/5 persone in una camera d’albergo, rinchiusi di fatto in quello che dovrebbe essere il luogo di lavoro ma che si trasforma a tutti gli effetti in una gabbia dove vengono negati diritti, persino quello della malattia, perché durante la stagione se ti ammali torni a casa, non ti è concesso il riposo, figuriamoci ammalarti.
Questo succede perché mancano politiche sociali e del lavoro all’altezza di questo nome, le istituzioni sono latitanti, lo sfruttamento dilaga.
Tutti sanno, nessuno fa nulla!
Questo è il lavoro stagionale, nei campi e negli alberghi, lo stesso ricatto, lo stesso sfruttamento lavorativo, da una parte le lobby dell’industria agroalimentare dall’altra gli imprenditori del settore turistico, tutti intenti a giocare al ribasso con la dignità e la vita delle persone, lavoratrici e lavoratori ai quali in questo massacro non rimane che sperare di sopravvivere dopo aver regalato ore ed ore di lavoro ai loro sfruttatori e troppo spesso, come è accaduto in questi ultimi giorni, non riuscire nemmeno a tornare a casa, trovando la morte dopo essere stati usati come schiavi.
Per queste ragioni saremo alla Marcia per la dignità contro lo sfruttamento! Per Bafode e Eber per Bafode, Ebere, Romanus, per tutte le vittime del lavoro e delle politiche razziste.
Mai più! #MaiSchiavi #MaiSchiave
Un grande sostegno e vicinanza a tutte le realtà riminesi coinvolti da questi lutti, agli amici e amiche dei ragazzi deceduti.