Da quel poco che trapela in questi giorni sull’ipotesi di accordo sul rinnovo del CCNL Multiservizi, si intuisce già l’ennesima truffa dei confederali che vendono come una buona intesa quella raggiunta nei giorni scorsi.
A partire dal ridicolo aumento economico di 120€, decisamente insufficiente a colmare il potere di acquisto perso dopo 8 anni dall’ultimo incremento salariale: un importo spalmato su 4 anni con l’ultima tranche erogata (salvo errori di trascrizione nel comunicato diramato dalle centrali confederali) a luglio 2025, sette mesi dopo la scadenza del CCNL.
C’è da sperare che la “soluzione innovativa volta a tutelare il reale potere di acquisto dei salari, nel caso in cui il contratto non fosse rinnovato” (come riportato nei comunicati stampa) non sia questa ultima rata erogata a contratto scaduto (Sic!).
Ma dai confederali ci si può aspettare di tutto e le concessioni ai datori di lavoro, in cambio di questo ridicolo aumento economico, non sono sicuramente insignificanti. Dai comunicati ufficiali emerge che è stato accordato l’incremento al 35% (prima era al 30%) della quota massima di personale a tempo determinato e somministrato. Con la conseguente maggiore precarizzazione del personale che si ripercuoterá, inevitabilmente, anche sulla tenuta dei giá labili diritti del personale a tempo indeterminato.
In maniera poco chiara, poi, vengono citati interventi normativi sui cambi di appalto e sul part time, mentre sulla malattia sembra che nulla sia cambiato rispetto a quanto previsto attualmente. Bisognerà attendere il testo integrale dell’ipotesi di accordo per comprendere la portata di tali interventi e quali altre “sorprese” saranno ancora riservate alle lavoratrici ed ai lavoratori.
Alcuni punti che riteniamo necessari per avvicinarsi ad una retribuzione dignitosa nel settore:
- un aumento retributivo di almeno 250 euro mensili, uguali per tutte le lavoratrici e i lavoratori;
- un sensibile incremento della “anzianità forfettaria”, ormai ferma da tantissimi anni;
- l’inserimento della maggiorazione domenicale quando vige il lavoro nei giorni di domenica con riposo compensativo infrasettimanale;
- una parità di trattamento economico e normativo per i lavoratori neo assunti;
- una drastica riduzione del precariato.
Nei mesi scorsi abbiamo registrato la netta ostilità dei sindacati confederali nei confronti della richiesta del salario minimo europeo, avanzata da diverse sigle sindacali di base. Evidentemente CGIL-CISL-UIL vedono, in questa proposta, una riduzione del loro “potere di contrattazione/concertazione”. Ma se “l’efficacia” del loro potere nelle trattative, ha come risultato questa ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Pulizie/Multiservizi e di quelli già conclusi in altri settori, sarà importante, giusto e necessario rilanciare una battaglia generale su un salario minimo di almeno 9€ l’ora e sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.