Il Governo Conte II è in carica, dopo un mese di preoccupazione e fibrillazione dei parlamentari, delle lobby di potere nazionali e transnazionali, dei cittadini. Il nuovo Governo nasce da un clamoroso autogoal di Salvini, che nel suo delirio di onnipotenza, voleva ‘pieni poteri’ per portare avanti il suo programma social-populista in Italia e in Europa, sul quale aveva supinamente piegato il Movimento 5 Stelle, che pur in Parlamento aveva i numeri per decidere e incidere.
Probabilmente Salvini non ha considerato a fondo la paura del voto, della prossima elezione del Presidente della Repubblica, che ha pervaso tutti i partiti, la grande stampa e gran parte dei cittadini non abbacinati o ubriacati dalla propaganda dei social-media, e che ha fatto da collante a questa soluzione della crisi di governo.
Probabilmente Salvini ha creduto impossibile un’alleanza dei 5S con il Partito Democratico, dopo la beffa inflitta a Bersani, i pop corn di Renzi e la declamata indisponibilità della direzione targata Zingaretti.
Probabilmente aveva annusato il pericolo di un dialogo a distanza col PD nell’inedita votazione 5Stelle per l’elezione di Ursula von der Leyen a Commissaria europea e ha scelto di andare a vedere, tronfio del risultato alle europee e dei sondaggi, le carte nascoste.
Fatto sta che è rimasto col cerino in mano e si è scottato le dita: non gli è bastata l’offerta della Presidenza del Consiglio a di Maio, con cui ha mantenuto, sempre, un sotterraneo canale di comunicazione, per uscire dal vicolo cieco in cui si é infilato. Il padre ‘nobile’ Grillo vigilava ed è tornato prepotentemente in scena indicando, da par suo, la strada da tenere, supportando il redivivo Conte, bacchettando di Maio, gli incerti e i poltronisti tra i 5S.
Nasce così il Governo Conte II, paradossalmente quello, sulla carta, più a ‘sinistra’, nel momento in cui nel Paese, al netto del 52% di non votanti e dei movimenti di massa che hanno riempito, nell’ultimo anno, le piazze di tutta Italia, è emersa prepotentemente ed è maggioritaria una destra sociale conservatrice, reazionaria, xenofoba e razzista da far paura.
Un governo che nasce dalla paura, sociale ed istituzionale, non è certo, sotto tutti punti di vista, un buon segnale, il plauso di madame Lagarde, già presidente del FMI ora della BCE, è, di per sé, significativo, ma ‘ha da passà ‘a nuttata’ come ci ricorda Eduardo De Filippo.
Ovviamente queste considerazioni non modificano il nostro rapporto conflittuale con i potentati economici e le istituzioni che li rappresentano nella realtà quotidiana delle lotte: mai abbiamo avuto governi amici! Ma, come molti, osserveremo con attenzione se verrà posto, anche istituzionalmente, un argine alla pericolosa deriva autoritaria che ha assunto l’Italia.
Mai abbiamo pensato, come diversi continuano a farlo, che per favorire l’esplodere delle contraddizioni nella nostra società valga il ‘tanto peggio tanto meglio’.