Partiamo da una considerazione: i professionisti e le professioniste che lavorano nel mondo dello spettacolo sono una categoria invisibile.
La cancellazione di eventi (culturali e non), fiere e manifestazioni pubbliche ( della quale come ADL Cobas abbiamo già preso parola https://www.adlcobas.it/Lavoratrici-e-lavoratori-dello-spettacolo-Salario-garantito.html ), è stata presa senza considerare le conseguenze per migliaia di lavoratori e lavoratrici che si son visti senza la possibilità di reddito per almeno 2 settimane, senza considerare gli eventi già annullati per tutto marzo.
Aggiungiamo la varietà di formule contrattuali all’interno del settore: dipendenti di cooperative con contratti di lavoro intermittenti, a chiamata e CO.CO.CO., Partite IVA e piccole Imprese.
Una categoria non facile da tutelare, soprattutto durante un emergenza come questa, ma che non può rimanere senza alcuna garanzia di reddito.
Parliamo di artisti, tecnici, responsabili di produzione facchini e di tutto l’indotto che questo settore muove (circoli, ristoranti, alberghi…).
Il problema sicuramente è quello di avere un settore frammentato, con professionalità tanto diverse quanto importanti per la riuscita del lavoro, e da qua infatti bisogna partire.
È quindi il momento di chiedere maggiori tutele e diritti, in termini di reddito, sicurezza e organizzazione sul lavoro.
Ad oggi le domande da porsi, per cominciare poi a sviluppare una coscienza pubblica sulle condizioni lavorative che ogni giorno in piazze, teatri, club, fiere le lavoratrici e i lavoratori hanno (o forse non hanno), sono le seguenti:
Quali sono le misure che le istituzioni vogliono attuare per far fronte a questa emergenza?
Quali ammortizzatori sociali si possono mettere in campo?
Quando riprenderanno concerti, iniziative, fiere e spettacoli sarà possibile per i professionisti del settore garantire le disponibilità?
Sarà facile calendarizzare nuovi impegni senza dover rinunciare ad altre opportunità lavorative?
La presa di parola delle più grandi Cooperative e associazioni di categoria ci dimostra quanto non sia in agenda il tentativo di stoppare quella che potrebbe diventare la più grande crisi del settore culturale che nel paese potrebbe svilupparsi.
Partiamo quindi dal riconoscimento del reddito durante questa emergenza, per sviluppare una piattaforma di rivendicazione nel tempo.
Martedì 3 Marzo dalle 10.00 saremo fuori dalla regione Emilia Romagna, insieme alle altre categorie maggiormente colpite e a rischio, per chiedere i nostri diritti!
Invitiamo tutte le professionalità del settore a partecipare ed intervenire, anche in maniera artistica, con cartelli e quant’altro per farsi sentire!
Noi l’emergenza Coronavirus non la paghiamo! Presidio in Regione
Per continuare invece la discussione sul settore vi invitiamo ad iscrivervi al gruppo Facebook: Emergenza Continua: per la tutela dei Professionist@ dello spettacolo