In questi giorni sono stati annullati più di 7400 eventi, portando migliaia di persone che lavorano nel settore a ritrovarsi senza alcuna garanzia di reddito.
Chi lavora in questo settore è già di per sè una lavoratrice o un lavoratore precario, il contratto creato ad HOC già lo spiega con il suo nome: Intermittente.
La maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori infatti si affida a Cooperative di settore, ma sono anche tante e tanti con la propria Partita IVA e molte sono le piccole imprese di service, agenzie di booking e produzione.
Il non poter esercitare la propria professione per una settimana (ad ora) porta quindi ad una totale instabilità in un settore dove spesso “ferie, permessi, malattia ed infortunio” sono già un elemento estraneo.
Crediamo fermamente che le istituzioni debbano riuscire a tutelare questa categoria, e per questo oggi è stata inviata la lettera in calce a ministeri competenti e Regione Emilia Romagna, inoltrato per conoscenza anche alle maggiori Cooperative di settore, chiedendo un tavolo di confronto immediato per garantire la continuità di reddito.
**Dignità per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo!**
Qua il Testo:
“Oggetto: Coronavirus – Garanzia continuità Salariale per le lavoratrici e i lavoratori del settore spettacolo.
L’ordinanza del 24 Febbraio sospende di fatto qualsiasi “manifestazione e iniziativa che comportano l’afflusso di pubblico e che esulano dall’attività ordinaria come eventi e manifestazioni di natura sportiva, culturale, sociale, fiere e sagre, attrazioni e lunapark, concerti, attività di pubblico spettacolo, eventi e manifestazioni promozionali, attività di spettacolo come rappresentazioni teatrali, cinematografiche, musicali, comprese le discoteche e le sale da ballo.”
Cosa significa però questo? Chi sono i lavoratori colpiti dall’Ordinanza?
Ci ritroviamo di fronte migliaia di lavoratrici e lavoratori senza salario garantito.
La cancellazione di tour o di eventi significa avere tecnici audio e luci, musicisti e attori, facchini, responsabili di produzione, agenzie di booking e service, in tutta Italia, senza reddito.
La maggior parte di lavoratrici e lavoratori del settore si appoggia a grandi cooperative di categoria come DOC Servizi o Technè, con un contratto a intermittenza dello spettacolo, i quali non garantiscono praticamente ferie, permessi, malattia ed infortunio. Le altre lavoratrici e lavoratori sono Partita IVA, le cui condizioni sono ben note e di certo ancor meno tutelate, o fanno parte di piccole imprese, come i service o le agenzie di booking.
Alla luce degli effetti delle disposizione per la gestione della crisi COVID-19, è necessario chiederci in che modo si intende mantenere la continuità salariale alla categoria? Non è forse il caso di prevedere l’ampliamento di ammortizzatori sociali ad hoc anche per questa categoria?
Il lavoro nello spettacolo è spesso e volentieri sommerso agli occhi dei più. Ci si reca a vedere concerti o spettacoli teatrali, si va a conferenze o fiere, senza pensare alla rete di professionisti che per rendere possibile quell’evento, spesso unico ed effimero, lavorano per giorni, spesso non retribuiti, se non nell’atto “del fare”.
Chiediamo quindi al MiBac, alla Regione Emilia Romagna, a tutte le cooperative coinvolte: come avete intenzione di garantire la continuità salariale a questa categoria, fatta di lavoratrici e lavoratori subordinati, Partite iva e piccole imprese. Perché questa è una necessità che non può essere ignorata o dimenticata!
A tal fine facciamo appello affinché venga convocato al più presto un Tavolo di confronto sul tema, che riunisca quindi istituzioni, parti datoriali e rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. “