Questa mattina siamo stati a Limena in provincia di Padova, per portare la nostra solidarietà ad Ahmed, lavoratore del magazzino di Acqua & Sapone colpito da un provvedimento di sfratto esecutivo.
Ahmed, che vive in italia da ormai molti anni, vive con sua moglie e 3 figli, di cui uno minore. Anni fa, dopo molto lavoro e sacrifici, è riuscito a comprare un appartamento per cercare in qualche modo di “liberarsi” dal ricatto degli affitti, della precarietà abitativa e da proprietari non proprio onestissimi.
Purtroppo, la crisi e le delocalizzazioni gli hanno fatto perdere il posto di lavoro, costringendolo a non pagare più i ratei del mutuo contratto.
Oggi, nell’ambito della procedura di pignoramento dell’immobile, era previsto uno degli accessi da parte del Tribunale, per verificare l’occupazione o meno della casa da parte della famiglia. La trattativa che insieme ai solidali abbiamo messo in atto (importante la presenza anche delle maestre dei bambini) con il Tribunale e l’avvocato di parte, ha fatto si che ottenessimo un rinvio dello sfratto.
Questo nell’attesa che Ahmed riesca a trovare nel mercato privato un alloggio in cui trasferirsi con la famiglia. perchè nel frattempo, con molta buona volontà. Ahmed ha ritrovato un lavoro, nei magazzini della logistica. in quei magazzini dove proprio ricatto, caporalato e sfruttamento la fanno da padrone. E’ in questi magazzini, dove da anni stiamo conducendo dure lotte che hanno portato a grandi risultati, troviamo il nodo del ricatto lavoro-casa e permanenza in questo paese.
Questo perchè la possibilità di rinnovare sino a 6 volte il contratto a tempo determinato, introdotta dal governo Renzi grazie al famigerato Jobs Act, condanna cittadini e lavoratori a sperare nella trasformazione a tempo indeterminato a costo molte volte di accettare malvolentieri gli odiosi ricatti che ogni giorno vediamo nei magazzini.
E quando Ahmed va per agenzie a cercare una nuova casa, per liberarsi dalla catena dello sfratto esecutivo, si sente rispondere che è difficile avere un contratto di affitto con il tempo determinato.
Ma se questo non bastasse, oggi i problemi sono diventati molti di più: le conseguenze del razzismo istituzionale portato avanti dai governi complici di crisi e austerità, acuito dal duo Salvini – Di Maio, hanno effetti diretti sul rapporto tra proprietari di immobili (per la maggior parte italiani) e cittadini di origine straniera. Siamo ormai alla follia: ad un cittadino che vive regolarmente nel nostro paese, lavora e magari ha anche un buon stipendio, non gli è “permesso” di affittare una casa. Agenzie, privati ed enti vari, a malapena concedono un appuntamento per verificare le “referenze”. Telefonate, mail, incontri non servono quasi a niente. Anche con presenza di garanti. Se a questo ci aggiungiamo la quasi impossibilità di accedere agli alloggi pubblici (graduatorie bloccate, bandi fermi, spreco e speculazione sugli immobili, mala gestione di Ater e compagnia) nelle grandi città che nei piccoli comuni, rischiamo di vedere tra non molto masse di gente alla ricerca di alloggi che nessuno è disposto a dare.
E’ evidentemente frutto delle scellerate dichiarazioni (in alcuni casi seguite da fatti) del neo ministro dell’interno, che a furia di frasi fatte e slogan da bar, sta conquistando le simpatie di migliaia di cittadini e lavoratori che in questi anni hanno pagato la crisi, ma anche di fette della popolazione più agiata che sperano di trovare in lui e nella sperata “guerra tra poveri” un angolo di salvezza (del proprio patrimonio).
Entrambe queste problematiche devono essere nella nostra agenda: è impensabile oggi costruire un fronte di lotta ampio e che vada ad intaccare il sempre più ampio consenso della Lega e del discorso razzista, senza unire le pur giuste rivendicazioni di accoglienza e solidarietà con le lotte sociali, per un lavoro e reddito dignitoso, la casa, il welfare e i servizi. Solo se sapremo unire le lotte dal basso e moltiplicarle nelle città e nei territori, potremmo aspirare a superare questo triste momento storico accumulando forza e sperando in un futuro di lotte, basso contro alto.
Sportello Meticcio – Adl Cobas