I nodi vengono al pettine. Come è già successo l’USR del Veneto, nel volersi accreditare come il primo della classe, squarcia il velo dell’ipocrisia sindacale e istituzionale. In questo caso si va a mettere il dito nella ’piaga’ del salario accessorio che verrà distribuito secondo i criteri meritocratici fissati ’autonomamente’ dai CdV e – in buona sostanza – dal dirigente.
I ’sindacatoni’ hanno fatto finta di non capire, di non interpretare e di non leggere quanto chiaramente ci sta scritto nelle norme della 107/15, vendendo a piene mani l’obiettivo di ricondurre alla trattativa d’istituto le somme deputate al riconoscimento del merito.
Hanno così fatto melina per 6 mesi, vendendo fumo, ingenerando aspettative fuorvianti, sgretolando un possibile fronte di lotta perchè anche gli asini sanno che una norma di legge non può essere ’superata’ da accordi sindacali di alcun tipo: solo l’ottenimento di una nuova legge o l’abbrogazione della vigente può porvi rimedio.
B.Z.
di seguito il comunicato sindacale apparso su OS
La nota emanata il 16 febbraio dall’USR Veneto per fornire “orientamenti e riflessioni” ai componenti esterni dei Comitati di valutazione appare approssimativa sotto il profilo argomentativo per quanto riguarda le riflessioni di natura giuridica nelle quali incautamente si avventura. Non sta certamente alle organizzazioni sindacali valutare l’opportunità di atti di assoluta intempestività e che vanno ben oltre il raggio di competenza di un ufficio scolastico regionale. Anticipare, senza averne alcun titolo, le linee guida nazionali che la legge 107, al comma 130, prevede siano emanate dal Miur e non dagli UUSSRR solo al termine del triennio 2016/2018, è un atto di ingerenza inaccettabile nell’autonomia delle singole scuole.
Numerose appaiono le incongruenze e le errate interpretazioni delle norme di riferimento, su diverse questioni che la nota pretenderebbe di chiarire: la qualificazione del Comitato di valutazione quale organo non perfetto, la facoltà del dirigente di procedere con atti sostitutivi in assenza di criteri, l’applicabilità alla scuola delle disposizioni in materia di valutazione della performance, l’asserita assenza di riserva costituzionale ai fini di sostenere la non ammissibilità della contrattazione sul bonus, ancorché la legge 107 lo qualifichi come salario accessorio, e altro ancora. Incongruenze e licenze interpretative che rendono ancor più ampiamente motivate le riserve di legittimità nei confronti di una circolare che già appare viziata sotto il profilo dell’eccesso di competenza.
Sul piano politico, è di tutta evidenza la gravità di un atto assunto fuori da ogni preventivo confronto né informativa con le organizzazioni sindacali, che si pone deliberatamente in conflitto con le posizioni da queste espresse su materie riconducibili alle loro prerogative, e che anche per questo è destinato ad accrescere ulteriormente lo stato di disagio, tensione e preoccupazione con cui chi lavora nella scuola sta vivendo “innovazioni” in gran parte non condivise.
Per queste ragioni, esprimendo con la massima nettezza il proprio dissenso politico, le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal hanno inviato al Direttore dell’USR Veneto, e per conoscenza al Miur formale diffida a ritirare immediatamente la nota 2982 del 16 febbraio 2016. In difetto, valuteranno l’eventuale presentazione di impugnative legali