Ci riferiamo al fatto che al punto 14 (sui 38 punti previsti) della seduta di martedì 8 maggio del Consiglio Regionale del Veneto c’è la Relazione della Terza Commissione (il Progetto di legge regionale n.329 e Progetto di legge regionale n.320) che nella seduta del 2 Maggio ha ribadito di non far passare direttamente in Regione i colleghi dei centri per l’impiego del Veneto ma invece di assegnarli nell’Ente Pubblico Strumentale “Veneto Lavoro”.
L’8 Maggio dunque vedrà l’approvazione del pdl Donazzan che sancirà il passaggio del personale a Veneto Lavoro (addirittura con effetto retroattivo al 1 gennaio 2018)
La convinzione delle OO.SS. del Veneto che “cedere la funzione ed il personale a Veneto Lavoro sia l’inizio di un progressivo processo di privatizzazione di questa funzione” a questo punto rimane solo una bella frase o è necessario agire con tutti gli strumenti sindacali necessari? Come ADL Cobas ancora storditi dal fatto che dal 2 Maggio, giorno della nostra partecipazione come sindacato al presidio presso la Regione Veneto, non si sapesse che già l’8 Maggio era convocato il Consiglio Regionale decisivo per il passaggio a Veneto Lavoro, formuliamo alcune proposte:
1) Vanno mantenute le assemblee indette per venerdì 11 maggio coinvolgendo tutto il personale della Citta’ Metropolitana di Venezia e di tutte le Province e non solo dei cpi . Queste assemblee infatti non potranno che avere all’odg. il che fare rispetto all’inizio della svendita dei “gioielli di famiglia” che oggi sono i cpi, e il prossimo domani possono essere un altro settore in carico alla Citta’ Metropolitana o alle Province. Nelle assemblee, a nostro avviso, come forma di rifiuto dell’accettazione , da un punto di vista sindacale a Veneto Lavoro, va creato un coordinamento rsu unico tra i delegati passati a Veneto lavoro e quelli in carico alla Citta’ Metropolitana e alle Province. Solo pochi giorni fa, il 2 Maggio, tutte le OO.SS. parlavano di indire lo sciopero generale di tutto il personale della Città Metropolitana di Venezia e delle Province per il giorno in cui era prevista l’approvazione del pdl Donazzan. Ciò non è tecnicamente possibile perché manca il preavviso necessario ma crediamo che nelle assemblee che si terranno venerdì 11 maggio si possa indire , anche a pdl approvato, la giornata di sciopero proposta, come un momento costituente di unità dei lavoratori di Città Metropolitana e delle Province , come un inizio per creare quella forza che solo l’unita’ può dare, affinché sia salvaguardata la professionalità e i diritti di tutti!
2) va richiesto a tutte le oo.ss. di dare mandato ai propri uffici legali di verificare se le procedure attuate dalla Regione relativamente al passaggio dei cpi a Veneto Lavoro sono impugnabili.
A chi continua affermare che in fondo Veneto Lavoro è un Ente Pubblico ricordiamo che se in futuro dovesse chiudere o essere privatizzato i dipendenti non sarebbero salvaguardati da nessuna clausola di automatico assorbimento nei ruoli della Regione, e rimarrebbero in balia della volontà politica del momento e visto che ora un’agenzia interinale, la Manpower, è stata incaricata di “formare” gli operatori dei centri per l’impiego….possiamo ben dire che se il buon giorno si vede dal mattino…quello a cui stiamo assistendo si tratta di prove di privatizzazione di un servizio pubblico!
Scioperiamo e “assediamo” una Regione che è sempre più’ sorda alle richieste delle lavoratrici e dei lavoratori.
Venezia, 4/05/2018 Adl Cobas