Questo CCNL, firmato definitivamente il 9 maggio, riguarda oltre 200.000 lavoratori, nasce già scaduto e giunge alla fine dopo un iter di approvazione durato oltre quattro mesi dalla firma della preintesa avvenuta all’inizio di gennaio. L’eccezione e la regola: il siglare un CCNL che è già scaduto dovrebbe essere un’eccezione ma invece la stiamo subendo come regola.Il ricevere a giugno 2022 gli arretrati corrispondenti a 3 anni e mezzo di aumenti contrattuali, è dunque conseguenza di un CCNL che non è stato siglato prima del suo periodo di decorrenza, ma alla fine!. Quanto questo ritardo della corresponsione degli aumenti contrattuali, da eccezione sia considerata la regola, quasi che la indennità di vacanza contrattuale annullasse il problema, lo vediamo nei quotidiani che favoleggiano su questi arretrati quasi fossero quella quattordicesima che i pubblici dipendenti non hanno.
In attesa di ricevere, con il prossimo cedolino, la boccata d’ossigeno degli arretrati, non possiamo che valutare come questo CCNL non rappresenti una novità né per il ritardo nella sua conclusione né per l’importo dell’aumento tabellare che al netto si aggira sulle, del tutto insufficienti,70 € mensili. E’ evidente che con il valore delle retribuzioni già compromesso da sei anni senza contratto (2009-2015) e da un’inflazione che viaggia al 7% per l’aumento del costo della vita, dalle bollette al carburante, dovuto alla guerra, questo CCNL non rappresenta quel recupero salariale necessario che è quello di forti aumenti salariali nel tabellare uguali per tutti!
Questo CCNL è negativo anche nel non garantire democrazia nel posto di lavoro , infatti viene confermato il diniego al diritto alla trattativa a chi ha la maggiore rappresentatività a livello nazionale ma non firma il ccnl e perfino il diniego alla trattativa a livello locale a chi, pur essendo maggiormente rappresentativo in tali sedi, non è firmatario a livello nazionale!.
Viene introdotta l’area delle elevate professionalità che per ora parte “vuota” e abbiamo la convinzione, verificheremo se è fondata o meno, che verrà usata come ulteriore elemento, quasi ci fosse la mancanza di figure dirigenziali!, per gerarchizzare il lavoro introducendo di fatto la “vice dirigenza”, togliendo risorse che potrebbero andare per aumenti generalizzati.
Aspetto fortemente negativo è inoltre la novità della valutazione individuale che avrà un peso notevole sull’intera vita lavorativa, in quanto parte dei nuovi aumenti contrattuali saranno strettamente legati alla valutazione del triennio precedente. Piccola novità positiva anche se non risolutiva del “mansionismo”, sarà che fino a dicembre 2024 si potrà transitare all’area superiore senza il titolo di studio richiesto per l’accesso dall’esterno, ma perché porre un termine a questa possibilità?
Altra novità è la regolamentazione del lavoro agile, anche se su questo si resta in attesa dei chiarimenti attuativi, sperando che per l’ennesima volta la montagna non partorisca un topolino (vedesi reperibilità,permessi,ore eccedenti ecc.).
Per quello che ci riguarda come Adl Cobas, a partire dal consenso che abbiamo ottenuto alle elezioni Rsu, negli uffici dove abbiamo presentato le nostre liste, ci batteremo per una reale democrazia a partire dal proporre nei regolamenti delle rsu la possibilità di indire assemblee retribuite senza che sia necessaria la maggioranza dei delegati rsu. Infatti la partecipazione e l’attivazione dei lavoratori sulle problematiche lavorative sta alla base del poter ottenere a livello locale miglioramenti all’insegna di quella che per noi è una parola d’ordine: ” a pari lavoro,pari salario”.
A risentirci a presto e un benvenuto ai nuovi tirocinanti: c’è proprio bisogno di un piano massiccio di assunzioni per creare realmente un lavoro pubblico come bene comune per tutti i cittadini che ne usufruiscono i servizi.
Contro la guerra,il carovita e i contratti a perdere!
Veneto 11/05/2022 Adl Cobas