DOPO QUASI 4 GIORNI DI SCIOPERI E PRESIDI A PADOVA E A BRONI
LOG UP E’ COSTRETTA A RITIRARE I LICENZIAMENTI
L’UNITA’ NELLA LOTTA PAGA
Nella mattinata odierna (martedì 11 agosto), dopo una breve trattativa è stato redatto un verbale di accordo, nel quale vengono accettate in toto le richieste che avevamo da giorni rivendicato: IL RITIRO DI TUTTI I LICENZIAMENTI E LA CONSEGUENTE POSSIBILITA’ PER TUTTI I LAVORATORI DI INOLTRARE LE RISPOSTE , TRAMITE SINDACATO , ALLE CONTESTAZIONI DISCIPLINARI.
Riepilogando in breve la vertenza sindacale, ricordiamo che nella giornata di giovedì 6 agosto, dopo che un lavoratore aveva ricevuto la lettera di licenziamento per motivi disciplinari, per assenza ingiustificata e trovandosi ancora in Bangla Desh, impossibilitato a rientrare, partiva spontaneamente uno sciopero nel turno del pomeriggio contro un atto incredibile e assurdo, per chiederne l’immediato ritiro. Sempre nel corso del pomeriggio arrivava la notizia di un secondo licenziamento sempre con le stesse motivazioni e l’indiscrezione che i licenziamenti sarebbero stati ben 6. Veniva proclamato lo stato di agitazione permanente e, in accordo con i lavoratori di Broni, si decideva di procedere con una gestione comune della lotta, in quanto, anche a Broni i lavoratori capivano immediatamente la gravità della situazione e iniziavano uno sciopero di solidarietà. Nel tardo pomeriggio di venerdì si scopriva da una informazione proveniente da fonte non aziendale che i licenziamenti erano ben 12 e coinvolgevano anche un lavoratore iscritto alla CISL.
A fronte della gravità di quanto stava accadendo, si procedeva con la proclamazione dello sciopero ad oltranza con presidio permanente davanti ai cancelli di Gottardo spa a Padova e con scioperi di solidarietà per ogni turno di lavoro a Broni.
Dalle 2 circa di lunedì notte, la rabbia dei lavoratori e delle lavoratrici faceva partire un presidio a Padova che vedeva la partecipazione anche di lavoratori bengalesi iscritti alla CISL, che di fatto bloccava ogni accesso al magazzino Gottardo, mentre a Broni si procedeva con scioperi di 3 ore per turno. A Padova il presidio vedeva anche la partecipazione di molòti altri lavoratori di altri magazzini, da Fedex, a BRT, SDA, GLS, ALI’, Zoccarato e delegazioni di lavoratori della spettacolo e delle pulizie. Sempre nella giornata di lunedì, nel primo pomeriggio, a seguito della pressione esercitata su Log Up e soprattutto su Gottardo Spa, sembrava che l’azienda avesse capito che il licenziamento di 12 lavoratori era una grande cazzata e veniva espressa esplicitamente la disponibilità al ritiro dei licenziamenti. Disponibilità che dopo averla annunciata veniva anche ritirata, rinviando ogni decisione alla mattina dopo, cioè ad oggi martedì 11 agosto, facendo imbestialire ancora di più i lavoratori. Veniva così deciso di presidiare anche per tutta la notte il magazzino a Padova con l’intenzione di non mollare fino a che non ci sarebbe stato il ritiro dei licenziamenti, sempre supportati dalla volontà dei lavoratori di Broni di intensificare anche a Broni la lotta in caso di prolungamento ulteriore della decisione attesa.
Nella mattinata odierna, martedì 11 agosto, veniva convocato l’incontro che doveva servire semplicemente a ratificare la richiesta del ritiro di tutti i licenziamenti, cosa che avveniva con la sottoscrizione di un verbale di accordo verso le 11. L’accordo veniva letto a tutti i lavoratori e veniva approvato per acclamazione in quanto riportava esattamente quello che avevamo richiesto.
Certo, avremmo preferito evitare di cuocerci al sole per due giorni, avremmo preferito evitare di dover perdere quote di salario per dover difenderci da licenziamenti assurdi e provocatori, ma come sempre, i padroni ci provano e speravano forse che nella settimana di ferragosto non ci sarebbe stata una grande disponibilità alla lotta e invece si sono trovati contro un muro, una unità di lotta che non si era mai vista in precedenza, non solo tra Padova e Broni – dove si è prodotta una saldatura formidabile che segnerà il futuro delle lotte nel prossimo periodo – ma anche tra i lavoratori iscritti all’ADL Cobas a Padova ( che sono la stragrande maggioranza) e iscritti alla CISL, perché hanno capito la gravità della situazione e hanno imposto al loro sindacato di essere presente.