La vertenza a Viadana ha portato un grande cambiamento e segnato in maniera indelebile il territorio della bassa mantovana. Abbiamo visto per oltre 5 settimane facchine e facchini che rivendicavano il diritto a lottare per condizioni lavorative giuste, contro i giochetti di cooperative e aziende che tramite i cambi appalto provano ad eliminare la parte più scomoda e combattiva, affiancati dai Confederali e Istituzioni che tutelano oramai solo alle imprese invece di tutelare le persone che creano ricchezza con il proprio corpo e la propria professionalità, data da anni e anni di lavoro all’interno dell’azienda.
In molti hanno scritto e ragionato su quello che è successo fuori dai cancelli di Composad, dove l’azienda ha aizzato i lavoratori diretti contro i socio-lavoratori del reparto imballi, creando così una guerra fra chi dovrebbe invece sostenersi e portare solidarietà l’uno con l’altro.
“[…] In tutti questi anni i lavoratori della Ex Viadana Facchini hanno lavorato all’interno dello stabilimento Composad non vedendo rispettato il contratto nazionale. Quando è stato il momento hanno fatto sacrifici per salvaguardare il proprio posto di lavoro e, nonostante questo, hanno dovuto lottare ancora per mantenerlo nonostante in questo caso il lavoro ci sia. Hanno contribuito e contribuiscono a rendere grande Composad tanto quanto i colleghi direttamente assunti. Eppure quando hanno chiesto uguali diritti e legalità sono stati attaccati da tutte le parti. Di fronte a divisioni create dall’alto, tra lavoratori di serie A o B, i sindacati avrebbero il compito di unirli e renderli protagonisti nella lotta per veder riconosciuti pari diritti.[…]”
(da https://www.facebook.com/equal.info/photos/a.422973534411641.91545.381406008568394/1591085430933773/?type=3&permPage=1)
eQual – Sinistra Italia Mantova – Rifondazione Comunista Mantova
“[…] Lo scontro davanti alla Composad traduce e semplifica il funzionamento della macchina fabbrica: un insieme di promesse e tradimenti, minacce e ritorsioni. C’è sempre una promessa, flebile che però alimenta quella speranza che ti dice di fare come ti viene detto, che se ti mostri all’altezza di quello sforzo richiesto sarai ricompensato con delle garanzie contrattuali in più, o magari ti verranno aumentate le ore, oppure chissà cosa. Poco importa poi se questa promessa non viene mai mantenuta, tanto basta ammiccarla agli “operai” oggi per strutturare un’organizzazione del lavoro utile ai padroni di turno. Promesse o minacce, come anche quella di non finire come “quei negri della cooperativa”, il venire declassati o gettati via. L’egoismo dei più “garantiti” non ha quindi cancellato la lotta di classe, anzi ne è un suo prodotto. Si potrebbe dire che quell’egoismo ha forse esaurito la solidarietà di classe, ma sarebbe una banalità, perché il frazionamento delle posizioni lavorative nella fabbrica è il segno più evidente della rottura di un riconoscimento comune. Ma la sfida è proprio qui trovare, nella lotta, un nuovo riconoscimento possibile e questo non esiste al di fuori dello sviluppo dei conflitti esistenti. Anche e soprattutto quelli della cosiddetta lotta nella classe. […]”
(da http://www.infoaut.org/approfondimenti/la-fabbrica-di-viadana-la-stampa-la-lotta-di-classe)
Infoaut
“[…] come possiamo vincere?
Nelle ultime settimane è stata evidente la sproporzione delle forze in campo e dobbiamo porci il problema di come cambiare questo quadro.
Da un primo punto di vista è indispensabile la solidarietà tra lavoratori di altre aziende, ma per raggiungere questo obiettivo è necessario lavorare a diffondere sul territorio strumenti sindacali quali ADL Cobas.
Inoltre la solidarietà di gruppi politici o collettivi sociali non basta se non riesce a diffondersi tra quei settori sociali crescenti di giovani / inoccupati / tirocinanti / precari che nonostante siano schiacciati dallo sfruttamento si trovano in contesti lavorativi dove è difficile organizzarsi ed esporsi in prima persona.
Uno nuovo movimento dei lavoratori non potrà mai darsi se non interpretiamo questi momenti di lotta quali spazi per creare relazioni tra lavoratori di settori diversi, che però subiscono un simile sfruttamento.
Infine queste lotte, come spesso è stato sottolineato a Viadana, devono interrogarsi sulla distribuzione delle ricchezze, sul peso di 140 licenziamenti per l’economia e il welfare del territorio e sul conseguente valore della cittadinanza oggi, nel momento in cui gli interessi dei profitti/banche/mercati sono anteposti ad ogni diritto sociale. […]”
(da https://www.facebook.com/laboje.spaziosociale/posts/1921181768167832:0)
LaBoje Spazio Sociale
“[…] i lavoratori della Viadana Facchini che per anni hanno lavorato in appalto alla Composad di Viadana in Provincia di Mantova sono uno di questi continenti dove le imprese committenti sfruttano lavoratori e lavoratrici per anni (anche 15) per poi trattarli come stracci sporchi che non vale la pena neppure pulire. Licenziati con il meccanismo ignobile del cambio appalto. Davanti ad una situazione molto dura dove centinaia di lavoratori rischiavano di essere lasciati a casa e quelli che sarebbero entrati avrebbero visto peggiorare le loro condizioni di lavoro, i lavoratori hanno deciso di resistere: dopo aver prodotto per anni la ricchezza della Composad e del gruppo Saviola, proprio come i dipendenti diretti, non possono accettare questa situazione. Intorno a questa vertenza molto dura si sono sviluppate la radicalità e l’unità dei lavoratori in appalto che ha messo in discussione le scelte aziendali, ma che non è stata recepita dai lavoratori diretti e dall’opinione pubblica locale, dove le retoriche razziste e xenofobe degli ultimi anni hanno contribuito a definire i lavoratori della Viadana Facchini come lavoratori di serie B: senza diritti. Questo però si ripercuoterà sulle condizioni di lavoro di tutti, anche di chi oggi si crede al sicuro. […]”
(da http://clashcityworkers.org/rassegna-stampa/2666-corteo-a-viadana-mn-solidarieta-ai-lavoratori-composad.html)
Clash City Workers
Questa vertenza è un importante passaggio quindi per le lotte autorganizzate che i sindacati di base portano avanti per anni: abbiamo infatti visto come Legacoop, Confindustria, Istituzioni e sindacati Confederali non ci pensino due volte a sacrificare la vita di oltre 140 famiglie pur di difendere il sistema di profitto che nel tempo hanno creato soprattutto all’interno del settore logistico, non ponendosi il problema del costo sociale che ricadrà, oltre sui singoli lavoratori, sul territorio e sulla cittadinanza tutta.
Chi ha subito queste ingiustizie ha però sviluppato una consapevolezza che prima non aveva, quella di lottare per non essere più sfruttato, il non voler essere più considerato lavoratore di serie B solo perchè socio di cooperativa o perchè non nato in Italia, quella di essere una parte importante dell’azienda, alla pari di lavoratori diretti o dirigenti.
E per questo che continueremo con la nostra lotta sul territorio di Viadana!
Altri link per approfondire:
https://www.adlcobas.it/Chi-comanda-a-Mantova-Saviola-o-il-Prefetto.html
https://www.adlcobas.it/Mantova-16-giugno-corteo-territoriale-a-fianco-dei-licenziati-Composad.html
https://www.adlcobas.it/Lottare-e-un-dovere-Corteo-solidale-con-i-licenziati-Composad.html
http://www.lastampa.it/2017/06/30/italia/cronache/operai-precari-contro-i-garantiti-in-fabbrica-la-guerra-tra-poveri-oZnJbTFyLHg3USi1jyPWsO/pagina.html
http://radioblackout.org/2017/07/composad-esternalizzando-impera-dividendo-poveri-bianchi-contro-poveri-neri/
http://www.la7.it/in-onda/video/operai-contro-operai-la-lotta-di-classe-20-06-07-2017-217958
https://www.facebook.com/adlcobas.er/videos/1035389989929353/