SCHEDA del CCNL dei Metalmeccanici Il covid lascia il segno, azzerati i rapporti di forza. Molte ombre, poca luce, tutto il resto è al buio.
Salute e sicurezza del lavoro: continuare a consentire la massima flessibilità e dare gli aumenti economici solo se c’è un aumento della produzione, ci sembra il modo più sbagliato per tutelare la salute dei lavoratori; se si vuole almeno salvare la faccia, bisognerebbe aumentare il numero degli RLS e aumentare le ore agli RLS per fare attività. Tutto il resto diventa poco credibile.
Metà-salute (Sanità integrativa): si continua a propagandare un sistema di “sanità privata” che sta distruggendo la Sanità pubblica, sta creando problemi ai lavoratori che non riescono ad accedere ai servizi, molte aziende non pagano i contributi e non si riescono a recuperare. Si stanno moltiplicando gli studi medici privati convenzionati con assicurazioni dei CCNL e diminuiscono i medici nel SSN.
Aumenti legati all’andamento aziendale (PDR): anche questo è un meccanismo che non garantisce una ripartizione omogenea degli aumenti, non è possibile avere i dati che influiscono nei valori dei premi, perchè sono in mano alle direzioni, e nessuno è in grado di modificarli: in pratica decide sempre la direzione dell’azienda, che manovra i dati “ad hoc” per aumentare o diminuire i premi.
Formazione: molti lavoratori, soprattutto operai o nelle aziende piccole, non hanno potuto accedere a questa formazione e quindi risultata assolutamente inutile e inefficace continuare ad insistere con questo tipo di rivendicazione. Per la formazione “generica”, la proposta è sempre quella di utilizzare Fondimpresa, il fondo co-gestito tra sindacati e imprese, ma che utilizza le risorse dell’INPS e fanno sempre parte del monte-salari dei lavoratori, in pratica sono i lavoratori stessi che pagano in parte la formazione, non ci devono raccontare che è a carico delle aziende.
Cometa (fondo pensione): si propone di nuovo una campagna di silenzio assenso per cercare di sollevare le sorti del fondo come avvenuto per meta-salute (salvato grazie al rinnovo del CCNL del 2016), comunque è un sistema che ha un’alta percentuale di spesa, circa 17 milioni di €/anno, 11 milioni di spese fisse, che sono soldi praticamente buttati e sono risorse che vengono sottratte alla pensione pubblica. Il governo sta puntando proprio sulla crescita di queste forme assistenziali contrattuali privatistiche (i secondi pilastri) per ridurre le risorse statali destinate a pensione e sanità.
Aumento retributivo: l’8% di richiesta di aumento potrebbe anche essere condivisibile ma ci viene il sospetto che sia solo propa- gandistico, in quanto poco più di un anno fa, gli stessi sindacati hanno fatto un accordo con gli industriali che prevede il meccanismo di calcolo degli aumenti legati all’indice dei prezzi al consumo epurati dall’energia importata, questo indicatore viene calcolato anno per anno e, per i prossimi tre anni, si stima del 3,5% (50 € lordi circa), la proposta degli industriali aggiunge un 1% per arrivare a 65€ ma sono soldi che non incidono sugli altri istituti contrattuali e ci vengono venduti come riconoscimento per “arrotondare” la riforma dell’inquadramento che avverrà senza nessuno altro aumento economico ma solo numerico (e di tempo).
Lavoro da remoto: dopo “l’industria 4.0”, il lavoro a distanza sarà la manna dal cielo per gli industriali che non spenderanno più un centesimo per la mensa, per le pulizie, per il riscal- damento e l’aria condizionata, oltre che per l’affitto degli immobili, ecc.; i lavoratori risparmiano le spese di trasporto e …. basta, tutto il resto è in perdita: niente buoni pasto, nessun rapporto con i colleghi, azzeramento del rapporto di forza sindacale, si paganto tutto, dalla rete Web, al cibo, ecc.. Per gli operai è anche peggio, chi rimane assunto dopo l’industria 4.0 (e dopo il COVID), dovrà tenere in piedi tutta la baracca senza nessuno riconoscimento professionale se non la solita pacca sulla spalla.
Benefit: oltre le 250 € non si può andare perchè verrebbe tassato a 100%, quindi l’aumento sarà di 50 €/anno, meglio che niente ma c’è poco da essere allegri, decide tutto l’azienda: come prenderli e dove spenderli. 9 dicembre 2020