Nella giornata odierna siamo stati testimoni di una gravissima provocazione ideata e messa in atto direttamente da GOTTARDO SpA contro i lavoratori che operano presso il magazzino di Corso Spagna che ha visto un gruppo di lavoratori iscritti alla CISL uscire dal magazzino capeggiati direttamente dal sig.Boscolo (responsabile della logistica), il quale dirigeva anche le operazioni di inquadramento dietro lo striscione “TIGOTA’-BELLI-PULITI E PROFUMATI”, fornendo così un’immagine veramente desolante del rapporto tra Committenza-Sindacato di comodo (evidentemente la CISL ha condiviso questa iniziativa) e lavoratrici e lavoratori.
Nello schierarsi a 30 mt. dal presidio dei lavoratori in lotta l’intento era quello di far vedere che una parte dei lavoratori del magazzino non era d’accordo con lo sciopero in atto. Va detto che assistere ad una messinscena del genere è stato veramente penoso oltre che grottesco, tanto evidente era il livello di strumentalizzazione
dei lavoratori che si sono prestati a questa sceneggiata.
Lavoratori che, va detto, sono per lo più stati indotti ad iscriversi alla CISL ma che nel corso di questi ultimi anni hanno solo beneficiato delle lotte di chi questa mattina presidiava i cancelli. Va ricordato che all’interno del magazzino Gottardo, fino all’arrivo di ADL-COBAS, l’illegalità la faceva da padrone, con uso massiccio
del caporalato, imposizione di orari assurdi (fino anche a 14 ore di lavoro giornaliere), evasione fiscale e contributiva enormi, nessuna integrazione a malattia e infortunio, cambi continui di cooperative. Le inchieste della magistratura su segnalazioni fatte da ADL-COBAS hanno portato all’arresto di alcuni esponenti di società che gestivano il magazzino e hanno lasciato fuori il sig. Gottardo solo per qualche cavillo giuridico.
Ma Gottardo, oggi, non contento di avere fatto uscire un gruppetto di lavoratori dal magazzino, ha organizzato anche una manifestazione di commesse e commessi di TIGOTA’ i quali hanno avuto la spudoratezza di lasciare il lavoro per venire a protestare contro il presidio del magazzino. Si è trattato di un’altra scena incredibile vedere lavoratrici e lavoratori con cartelli e striscioni TIGOTA’ cercare di venire
verso il presidio urlando “vogliamo lavorare”, come se la responsabilità di quello che sta succedendo fosse dei facchini e non di Gottardo che a Broni sta cercando di fare esattamente quello che faceva a Padova.
Sia nel primo caso, sia nel secondo, i lavoratori in sciopero hanno manifestato tutta la loro rabbia e incazzatura per come altri lavoratori si siano lasciati strumentalizzare a difesa degli interessi di Gottardo. Lo sono tanto più con quelli che, lavorando all’interno del magazzino sono informati sull’andamento del confronto con l’azienda e delle sacrosante ragioni della lotta in corso sia con gli altri, arrivati dai negozi, che
non sanno assolutamente nulla di quello che è successo all’interno del magazzino che rifornisce i negozi e nemmeno hanno cercato di informarsi, venendo anche a parlare direttamente. Rimane l’indignazione e l’amarezza per aver visto delle lavoratrici e dei lavoratori accettare passivamente una strumentalizzazione così evidente che li ha indotti a condividere acriticamente il punto di vista di Gottardo credendo ciecamente
alla clamorosa bugia in base alla quale lo sciopero nei magazzini potrebbe far perdere il loro posto di lavoro.
Ciò detto, va precisato che una parte di questa vertenza ha avuto origine a Broni dove Gottardo ha aperto un nuovo magazzino da circa un anno e una parte interessa Padova dove da tempo si stanno rivendicando alcune migliorie sul piano contrattuale. A Broni a fronte dell’uso politico dei contratti a termine e di una strategia messa in atto da Flexilog volta a tenere fuori dai cancelli i COBAS, si è arrivati allo scontro per la mancata disponibilità a prorogare 8 contratti in scadenza tutti di iscritti ai Cobas; a Padova si è arrivati allo scontro per la mancata risposta sull’applicazione di 7 euro di ticket e sull’avvio di un confronto sugli inquadramenti professionali.
Da un lato quindi si è cercato di trasformare un normale conflitto sindacale in un problema di ordine pubblico; dall’altro si è voluto mettere in atto un odioso tentativo di mettere gli uni contro gli altri i lavoratori.
A fronte della situazione che si è creata oggi, auspichiamo prima di tutto che le lavoratrici ed i lavoratori che oggi hanno manifestato si rendano conto che la “guerra” tra lavoratori va comunque sempre evitata e che è fondamentale prima di tutto informarsi sulle ragioni di una lotta e cosa si può fare eventualmente per
contribuire alla definizione di un accordo.
ADL-COBAS Padova