La Veco SPA di Bevilacqua (azienda che fa parte del gruppo Co.Mecc.Fin controllata dalla famiglia Carraro) ha comunicato ai lavoratori il 3 luglio scorso che, dal 1° settembre, avrebbe ridotto il proprio organico di 12 unità di cui 7 fra il personale assunto in staff leasing (in tutto sono in 30 con questa tipologia di contratto).
I lavoratori, molti dei quali con una anzianità di servizio superiore a 15 anni, sono sempre stati nella produzione della Veco spa (tranciatura/stampaggio lamiere/costruzione stampi metallici) attraverso una cooperativa che li aveva assunti tutti come soci. Alcuni di loro, circa la metà, erano anche stati assunti direttamente da Veco, per poi tornare sotto la cooperativa.
Dopo anni di totale illegalità (sfruttamento intensivo, notevoli irregolarità nella busta paga e accumulo di cospicue differenze retributive e contributive), in violazione di quanto previsto dal CCNL e dalle leggi vigenti in materia di diritti, sicurezza, contribuzione e tassazione, i lavoratori hanno avviato un percorso sindacale coraggioso e determinato, rivendicando il diritto a lavorare con dignità ed a recuperare tutto il pregresso accumulato con la cooperativa.
La Veco, che si era trovata costretta a sanare tutte le differenze retributive spettanti ai lavoratori e a garantire loro la continuità lavorativa, decise di usare, a tale scopo, uno strumento diverso: lo “staff leasing”.
Dopo una lunga trattativa si giunse ad un accordo sindacale, siglato il 16 maggio 2016. L’unità e la determinazione dei lavoratori giocò, in quella fase, un ruolo importante per portare a casa condizioni vantaggiose e di garanzia, in particolare in merito al diritto di precedenza, in base all’anzianità di servizio in azienda, a mantenere il lavoro nella sede di Bevilacqua, nel caso di riduzione del personale per carenza di commesse.
Il 1° giugno 2016 iniziò per i lavoratori un nuovo contratto di lavoro, dipendente, subordinato e regolamentato da un accordo sindacale, frutto di una trattativa durata mesi che, rispettando le richieste e le esigenze dell’azienda, doveva finalmente garantire un rapporto di lavoro “legale”, retribuito correttamente ed in conformità con il CCNL.
Pochi mesi dopo, però, la Veco inizia un percorso che desta molte perplessità e proteste da parte dei lavoratori e dell’ADL COBAS: l’inserimento di un numero palesemente eccessivo di manodopera a tempo determinato e somministrato. Contemporaneamente nei confronti dei lavoratori in staff leasing inizia un forte “pressing”: lavorativo, da una parte, con la pretesa di eseguire le proprie mansioni con ritmi di lavoro insostenibili e, talvolta, rischiosi dal punto di vista della sicurezza e dell’incolumità fisica; disciplinare, dall’altra, attraverso continue lettere di contestazione e sanzioni.
Negli ultimi anni le scelte aziendali sono state orientate a creare una forte conflittualità con il gruppo storico, attualmente in staff leasing, i quali rivendicano, invece, di aver portato avanti l’azienda con sacrificio da oltre 15 anni e di aver concorso enormemente alla sua crescita, attraverso il proprio lavoro.
Il 23 luglio viene comunicata l’assemblea permanente e lo sciopero ad oltranza, contro la decisione della Veco di violare l’accordo del 2016. L’incontro in Prefettura a Verona del 4 settembre scorso non ha prodotto alcun risultato mentre, nell’assemblea convocata il giorno successivo, è emersa da parte dei lavoratori la proposta del “contratto di solidarietà”: riduzione oraria dei contratti individuali e mantenimento di tutto il personale nel sito produttivo di Bevilacqua.
Una proposta ragionevole che, però, non è stata accolta dall’azienda, evidentemente intenzionata a proseguire sulla strada, premeditatamente tracciata, della rappresaglia antisindacale, nei confronti di un gruppo di lavoratori che, attraverso le proprie rivendicazioni, le ha sottratto evidentemente ampi margini di produttività e quindi di guadagni, ottenuti frodando i lavoratori stessi e lo Stato per oltre 15 anni.
La Veco, rifiutando la proposta dei lavoratori, non ha più alcun alibi: se “la radicata crisi della società”, “aggravata dal calo delle commesse” e “ dai prezzi della materia prima” erano le ragioni per la riduzione dell’organico, ora la volontà di estromettere dall’azienda una presenza scomoda, è chiara più che mai.
I lavoratori si sentono profondamente colpiti da questa decisione e hanno deciso di continuare la lotta per ottenere giustizia, invitando anche le Istituzioni ad intervenire per far cambiare idea a Veco, arrivando ad accettare la proposta, più che ragionevole, uscita dall’assemblea, nonostante la violazione dell’accordo sottoscritto nel 2016.
Bevilacqua, 10/09/2018