Nella settimana di mobilitazione di settore, decisa dall’assemblea nazionale dei delegati ADL Cobas e Si Cobas della logistica riunitasi a Bologna il 3 novembre, anche il territorio di Parma ha visto incrociare le braccia in numerossime aziende, con il blocco dell’interporto avvenuto giovedì 7 dicembre.
Particolarmente dura è stata l’iniziativa di lavoratori e lavoratrici che operano all’interno dell’hub Number1 tramite la coop. Taddei Training, sito nevraglico della movimentazione delle merci per importanti marchi alimentari e di prodotti per la casa e della cura della persona: in primis Barilla ma anche Mellin, Rio, Pernigotti, Coswell ed altri.
Tra ottobre e novembre infatti è ripreso il confronto con cooperativa e azienda per il rinnovo dell’accordo aziendale, in scadenza a fine anno, sulla base della Piattaforma rivendicativa
presentata da ADL a seguito di un percorso di assemblee e scrittura con gli addetti al magazzino. I punti sono ormai “classici” e richiedono automatismo nel passaggio di livello, retribuzione piena di malattia e infortunio, regolare pagamento degli straordinari, buoni pasto giornalieri, stabilizzazione dei precari e premio di risultato con obiettivi condivisi e non nocivi per la salute.
La risposta delle controparti è stata (per ora…) negativa, e basata sostanzialmente sull’assunto che, “nella corretta applicazione del CCNL”, il trattamento economico, contrattuale e normativo dei “soci” doveva continuare ad essere differenziato (e peggiorativo).
Ma è proprio il meccanismo di differenziazione tra “socio” e dipendente con conseguente disparità (al ribasso) tra queste due figure che nel ciclo di lotte della logistica si è andata ad aggredire ed a rompere, rivendicando non solo un equo trattamento ma addirittura migliorando non poco la magra condizione generale delinata dal CCNL firmato dalla triplice sindacale nel lontano agosto 2013!
Le motivazioni della mobilitazione nazionale hanno quindi trovato piena convergenza nel percorso di rivendicazione sviluppato in Number1, che punta ad equiparare le condizioni del magazzino di Parma a quelle della maggior parte dei magazzini della logistica nel centro-nord Italia.
Ecco perché il 6 e il 7 dicembre sono state giornate di lotta vera e dura.
A partire dalla notte di giovedì i lavoratori e le lavoratrici iscritti ad ADL Cobas sono entrati in sciopero, dando vita all’immediato blocco dei tre ingressi dello stabilimento. Significativo il fatto che la partecipazione si sia allargata anche ad altri lavoratori non iscritti ad ADL, superando di gran lunga il 60% solo tra i tempo indeterminato.
Alla fine della giornata oltre 70 camion stazionavano lungo la strada e nei parcheggi limitrofi, registrando comunque la solidarietà di autisti e driver. Nella serata di giovedì l’assemblea decideva di proseguire non solo lo sciopero fino alla fine della mobilitazione nazionale, ma anche il blocco dei cancelli per ulteriori 12 ore.
Solo intorno alle 14 di venerdì 7 dicembre, quindi, i camion hanno ripreso ad accedere all’hub mentre il picchetto è partito in corteo spontaneo e selvaggio intorno allo stabilimento, bloccando l’importante snodo viario che collega Parma con le provincie di Cremona e Mantova, e concludendo sotto la sede della cooperativa Taddei Training.
Si è trattato quindi di un segnale di forte determinazione e compattezza rivolto a cooperativa e Number1 in vista della ripresa delle trattative prevista per questa settimana.
Ma anche chiaramente contro il rinnovo-bidone siglato “ad orologeria” da CGIL-CISL-UIL, la quale ipotesi non fa altro che riconoscere quanto era scontato, ma ponendosi in ogni caso al di sotto dell’orizzonte di conquiste ottenute in questi anni e, soprattutto, in linea con quanto richiesto dal governo e dalle associazioni padronali in merito alla limitazione del diritto di sciopero.