DOPO L’INCONTRO IN PREFETTURA CON ALI’, CONTINUA LA TREGUA IN ATTESA DI RISPOSTE DEFINITIVE ALLE NOSTRE RIVENDICAZIONI.
CANCELLATO CON LA LOTTA, NON CON LE PAROLE, IL TENTATIVO DI FARCI TORNARE ALLA CONDIZIONE DI SOCIO DI COOPERATIVE
Nella giornata odierna si è tenuta l’assemblea congiunta dei lavoratori e delle lavoratrici delle Società Rapida srl e Life Log srl, aderenti a Adl Cobas, che operano presso i magazzini Alì di Corso Spagna e Via Inghilterra per discutere di quanto emerso dall’incontro che si è tenuto nella giornata di lunedì 27 marzo presso la prefettura e che ha visto la presenza di Alì Spa, di XPO, di Life Log, Rapida e delle organizzazioni sindacali confederali, oltre che la nostra presenza come Adl Cobas.
Come è nostro costume, prima di uscire con comunicati ufficiali, siamo soliti convocare i lavoratori e discutere con loro dell’esito degli incontri e valutare attentamente il come continuare la lotta.
In primo luogo è importante rilevare che a partire dal giorno 17 marzo era partito lo stato di agitazione con sciopero, trasformato anche in presidio davanti ai cancelli di Via Olanda da lunedì 20 marzo, alla luce dell’assenza di risposte alle nostre rivendicazioni e contro la volontà di Alì di sostituire Life Log con una cooperativa che avrebbe assunto tutti i lavoratori come soci, imponendo loro una gabella (quota sociale) di 4000 € a testa.
Le nostre richieste erano chiare: rinuncia da parte di Alì di reinserire cooperative nei suoi magazzini e ottenere precise garanzie in caso di cambio di appalto; una chiusura definitiva del contenzioso economico aperto con Alì, frutto dell’applicazione del contratto Unci da parte di PLP al 75 % delle diffide accertative; una chiusura delle posizioni ancora aperte dei TFR bloccati da banche e finanziarie per prestiti e finanziamenti.
Sciopero e presidio si sono protratti fino a mercoledì 22 marzo a seguito della rigidità dimostrata da Alì, provocando anche notevoli disagi alla distribuzione dei prodotti. Nella tarda serata di mercoledì l’assemblea dei lavoratori decideva di sospendere lo sciopero accogliendo l’invito alla convocazione pervenuta da parte della Prefettura su richiesta diretta di Alì, la quale, per la prima volta, esplicitamente, chiedeva anche la presenza di Adl Cobas ad un tavolo di trattativa lasciando aperto uno spiraglio alla possibilità di risolvere positivamente le vertenza in atto.
Dall’incontro in Prefettura, grazie, ovviamente alla lotta dei giorni scorsi, Alì annunciava la rinuncia a reintrodurre la figura del socio lavoratore all’interno dei suoi magazzini. Per quanto riguarda i punti da noi rivendicati, pur non avendo registrato grandi novità nell’atteggiamento di Alì, abbiamo ritenuto di dover assecondare la richiesta formulata dal Prefetto, il quale ha sollecitato Alì, oltre che a presentare un piano industriale sulle prospettive dei due magazzini, anche a definire una regolamentazione dei cambi di appalto tale da offrire garanzie ai lavoratori. A tale scopo il Prefetto convocherà un nuovo incontro entro e non oltre la data del 15 maggio p.v., nel quale si dovrà verificare se alle parole seguiranno fatti. Il Prefetto ha inoltre sollecitato Alì a ricercare una soluzione per il contenzioso economico, che verrà affrontato in un apposito incontro che si terrà a breve in sede provinciale presieduto dalla Delegata al Lavoro per la Provincia Dott.ssa Venturini.
Alla luce dei solleciti del Prefetto e della disponibilità di Alì a ricercare delle soluzioni nel senso indicato, l’assemblea dei lavoratori ha deciso di mantenere la sospensione dello stato di agitazione per arrivare a verificare se negli incontri programmati si arriverà ad un accordo che recepisca gli obiettivi rivendicati.
E’ evidente che, se da parte di Alì, negli incontri programmati non verrà manifestata una chiara volontà di accogliere le richieste presentate,(condivise peraltro, oggi, anche dalle altre OO.SS., che sono state alla finestra a guardare, non hanno fatto neppure un’ora di sciopero e hanno il coraggio di appropriarsi sulla stampa di risultati che ancora non ci sono) non potremo fare altro che riprendere la lotta con ancora maggiore intensità