Ormai da quasi due mesi i lavoratori della logistica in Coca Cola sono in lotta contro il tentativo di mettere in atto una azione di “pulizia sindacale” usando il meccanismo del cambio di appalto. Non a caso, in questo ennesimo cambio di appalto in Coca Cola, 14 lavoratori ( indicati non in numeri, ma con nomi e cognomi) venivano considerati in “esubero” e venivano formulate vaghe proposte di ricollocazione in altri impianti. Si da anche il caso che i 14 lavoratori considerati in esubero siano iscritti di Adl Cobas e 2 di loro siano anche RSA. Appare chiaro allora che non di un problema di esuberi si trattava, visto che il lavoro c’è, ma della volontà di far fuori operai sindacalizzati e perciò scomodi.
Di conseguenza, i lavoratori non potevano accettare né la questione degli esuberi, né tanto meno quella della lista di proscrizione e decidevano di intraprendere un percorso di lotta per bloccare l’ennesimo tentativo di colpire Adl Cobas.
La vertenza ha assunto una valenza nazionale in quanto paradigmatica dell’uso del sistema degli appalti, e del cambio di appalto in particolare, come arma contro l’allargamento delle lotte per i diritti sul lavoro.
Dopo la ripetuta occupazione del piazzale e del tetto di Coca Cola, è arrivata la dura risposta, gestita ai massimi livelli politici nazionali e sovranazionali, che ha portato allo sgombero dei lavoratori sul tetto e alla ripresa della produzione, circa una settimana fa.
E’ in corso, da quel momento, una trattativa molto difficile- condizionata dalla rigidità assunta da Coca Cola, Kuhene & Nagel e Consorzio Vega nel non volere la reintegra di tutti i lavoratori, attualmente in stato di disoccupazione,- ma sembrava che si fosse aperto qualche spiraglio che ADL Cobas ha deciso di verificare a fondo.
Qualche giorno fa, infatti, ci è stato detto che la lista di proscrizione per i 14 lavoratori- inaccettabile per il sindacato e i lavoratori e causa prima del conflitto – era “ accantonata”. Pertanto si dava modo ai lavoratori di valutare, su base volontaria- come propone il sindacato sin dall’inizio – se rientrare al lavoro oppure accettare alternative al medesimo.
Accertata la richiesta di una ventina di lavoratori di essere reintegrati e verificata la disponibilità degli altri 25 a soluzioni alternative, è arrivata però la doccia fredda, l’ennesima presa in giro.
Nell’ultimo incontro tenutosi due giorni fa, ci è stata infatti manifestata l’indisponibilità al rientro di alcuni lavoratori- si è detto per essersi esposti nelle mobilitazioni. Di fatto si è creata un’altra lista di proscrizione, un altro blocco alla libera definizione delle singole posizioni. E’ chiaro per tutti che i veti politici non sono accettabili, tanto più se riproposti nel corso di una trattativa il cui senso primo è quello di rimuovere le pregiudiziali iniziali.
Ciononostante, sia pure con la consapevolezza che la trattativa ha spazi ristretti ed è legata a un filo, l’Assemblea ha deciso di proseguire sulla strada del confronto, le cui basi sono sempre le stesse- da un lato il rientro di chi vuol lavorare, dall’altro la disponibilità a soluzioni alternative.
Deve essere chiaro, però, che se nell’incontro previsto per mercoledì 19 aprile le controparti insisteranno in veti e chiusure e non apriranno alle richieste dei lavoratori, le mobilitazioni riprenderanno con la massima determinazione.
Seguiranno aggiornamenti.