DHL, colosso delle poste tedesche del trasporto e movimentazione merci con un fatturato di 60 miliardi di euro, una propria flotta di aerei e magazzini in tutta Italia, Europa, Cina e USA, ha dichiarato guerra al sindacato ADL Cobas licenziando i lavoratori in sciopero, non riconoscendo la RSU eletta, trattenendo parti di salario per assenze ingiustificate ai partecipanti alle iniziative sindacali.
Con l’accusa di essere venuti meno al patto di fedeltà aziendale, non essendosi allineati alle politiche di smantellamento del sito produttivo di Orio al Serio (Bg) e colpevoli di aver promosso uno sciopero affinché venisse riconosciuto il legittimo diritto di convocare un’assemblea sindacale, Ernesto e Giuseppe – dirigenti ADL Cobas – sono stati meschinamente licenziati.
Alla DHL poco importa dello statuto dei lavoratori e del diritto sancito dalla Costituzione Italiana sullo sciopero; con la sprezzante arroganza di chi si pone sopra il diritto impone le proprie regole di obbedienza e sottomissione e licenzia chi prova ad alzare la testa.
Ernesto e Giuseppe scioperavano per i diritti di tutti, per difendere il loro lavoro ed il loro sindacato, visto che il 78% dei lavoratori, nonostante il boicottaggio dell’azienda e dei sindacati compiacenti, si riconosce ed ha votato ADL Cobas.
Una vera e propria guerra di trincea portata avanti da mesi a colpi di spostamento ed isolamento dei delegati, demansionamenti, sanzioni disciplinari, trattenute illegittime e minacce implicite ed esplicite. Un fronte che vede contrapposti da una parte le lavoratrici e i lavoratori insieme all’ADL Cobas e dall’altra la DHL con i confederali, pronti a difendere i progetti padronali e a trattare, senza la Rsu, la chiusura senza garanzie per il futuro.
La vicenda è un classico dello sfruttamento capitalistico, DHL vuole guadagnare di più e per farlo deve spostare la movimentazione e la produzione in un altro HUB, sostituendo i lavoratori con interinali con meno diritti e meno salario: per spacchettare definitivamente l’HUB di Bergamo ha bisogno di dividere e frammentare i lavoratori, di fare accordi senza Rappresentanze Sindacali Unitarie, come concordato con i sindacati complici che continuano a rifiutarsi di riconoscere o riconvocare nuove elezioni RSU, mentre trattano segretamente la dipartita delle lavoratrici e dei lavoratori.
DHL ha bisogno di un sindacato compiacente per trasferire il lavoro dall’aeroporto di Bergamo a quello di Varese a Malpensa, dove ha realizzato un magazzino dieci volte più grande e con un costo spese annuo dieci volte minore, l’ostacolo sono però i lavoratori, soprattutto quelli organizzati in ADL Cobas, che dopo venti/trenta anni di lavoro a Bergamo vogliono certezze sul loro futuro e non vogliono essere deportati a Varese con almeno due ore di viaggio, oltre le otto di lavoro, senza alcuna certezza che a Varese vengano garantiti gli stessi livelli e diritti contrattuali.
DHL pensa che, attraverso queste sanzioni disciplinari, possa terrorizzare i lavoratori per farli allontanare da ADL Cobas. Ma si sbaglia di grosso, perché ogni giorno nuovi lavoratori aderiscono ad ADL Cobas abbandonando i sindacati che li hanno venduti.
DHL non ha capito che la solidarietà operaia è un’arma più forte degli euro che utilizza per pagare chi si allinea. La dignità dei lavoratori, come la libertà, non ha prezzo e il disprezzo di chi pensa di poter comprare tutto e tutti, unitamente alll’arroganza padronale di chi pensa di esser al disopra della legge e dei fondamenti democratici, ci danno ancora più forza e determinazione nell’ andare avanti, coscienti che la posta in gioco è la difesa dei diritti sindacali per le future generazioni.
Il ricatto del licenziamento verrà impugnato presso il Tribunale del Lavoro, ma non basta!
Chiederemo a tutti i parlamentari di farsi promotori di un’interrogazione al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, di istituire presso il Ministero un tavolo tra le parti su questa triste pagina che ci riporta indietro nel tempo e che rischia di cancellare le conquiste sindacali fondamentali.
Nel frattempo invitiamo lavoratrici, lavoratori e solidali ad attraversare le numerose iniziative che si svolgeranno il 23 Ottobre, giornata dello sciopero generale della logistica, perchè lo sciopero rimane l’unico strumento capace di garantire la tenuta e l’avanzamento dei nostri diritti.