In data 28 aprile 2017 i giudici del Tribunale di Padova hanno emesso una ordinanza relativa all’accertamento del diritto di un lavoratore alla prosecuzione del rapporto di lavoro con la società Sicuritalia (svolge servizi di guardiania con il all’interno di Intesa San Paolo a livello regionale del Veneto, dove nel mese di ottobre del 2016 vi era stato un cambio di appalto) alle medesime condizioni contrattuali previste dal CCNL Multiservizi e con conseguente diritto al ripristino del rapporto lavorativo con la subentrante Sicuritalia nell’appalto in questione.
La vicenda ha dell’incredibile, nel senso che questi lavoratori, che sono una ventina a livello regionale e d operano nelle varie filiali di Intesa San Paolo con compiti anche di responsabilità, si sono visti decurtato il loro già esiguo salario previsto dal CCNL Multiservizi/Pulizie (circa 1200 € lorde al mese per 170 ore mensili – per un netto di circa 1000 €) di circa 400 €, passando ad un lordo orario di 4,60 € equivalente ad una paga lorda mensile di € 870, equivalente a circa 600 € netti. Tale rocambolesca operazione è stata resa possibile dal fatto che queste azienda che svolgono mansioni di guardiania e vigilanza hanno la possibilità di applicare il contratto “Servizi fiduciari e vigilanza privata” sottoscritto da CGIL e Cisl che prevede appunto minimi tabellari di quel tipo. Dal mese di ottobre un gruppo di questi lavoratori che operano a Padova, Rovigo e Vicenza, dopo avere tentato varie strade con altri sindacati, si sono rivolti a noi e abbiamo deciso di intraprendere una iniziativa sindacale che si concretizzata in alcune iniziative di sciopero e con l’avvio dell’azione legale che contestava il cambio di appalto su due ordini di problemi: il primo era inerente al fatto che è entrata in vigore dal luglio del 2016 una nuova normativa (L. 122/2016) che recepisce una Direttiva Europea in tema di cambi di appalto; il secondo atteneva all’art. 36 della costituzione che con 600 € al mese non è possibile mantenere un livello di vita dignitoso per sé e per la propria famiglia.
La risposta di Sicuritalia è stata di respingere ogni tentativo di accordo, rispondendo anche con trasferimenti di lavoratori che si erano esposti maggiormente. Ma oggi, questa ordinanza rende giustizia della battaglia avviata con questi lavoratori e apre una nuova strada in tema di cambi di appalto, in quanto viene sancito per la prima volta in Italia che, in caso di cambio di appalto, ed in assenza di discontinuità d’impresa l’acquisizione del personale addetto all’appalto dovrà essere ricondotto al trasferimento d’azienda. E dunque dovrà essere applicato l’art. 2112 c.c. che prevede che il rapporto di lavoro continui con il cessionario con conservazione di tutti i diritti che ne derivano con il passaggio al subentrante senza soluzione di continuità.
Siamo pertanto molto contenti del fatto che finalmente si apre una nuova fase in materia di cambi di appalto e che la tutela dei lavoratori assume uno spessore di tutto rispetto.