I lavoratori del reparto trasporto medicine dopo mesi di lotta passano finalmente dal contratto Multiservizi al contratto della logistica
In un momento storico in cui i tagli alla Sanità della regione Emilia – Romagna sono oggetto di cronaca quotidiana, con le conseguenti ricadute sulle AUSL locali, e dove già imperversano in maniera sistemica gli effetti nefasti delle esternalizzazioni, consideriamo quello raggiunto all’interno del “centro logistico interno” del Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna un importante e innovativo risultato degno di nota.
Per la prima volta, infatti, dopo anni in cui in tutto l’appalto dei Servizi integrati alla persona le condizioni lavorative e salariali sono state uniformate al ribasso tramite l’applicazione del CCNL Multiservizi – Pulizie per tutte le maestranze, l’intesa raggiunta tra ADL Cobas e la TRA.SER segna un netto e deciso cambio di marcia. Dopo una lunga lotta, passata per tre cambi d’appalto con il transito prima in COOPSERVICE e poi alla Rekeep, è stato raggiunto finalmente un obiettivo importante: l’applicazione del CCNL Trasporto Merci – Logistica che vuol dire un deciso salto in avanti in termini di garanzie e condizioni economiche per coloro che movimentano medicinali, farmaci e apparecchiatura medica di altissimo valore tra i padiglioni del nosocomio.
Un primo pezzo che si sgretola dell’impianto su cui si regge il sistema degli appalti pubblici, fatto di precarietà, paghe talvolta da 5 euro netti l’ora, centinaia di ore non retribuite, ricattabilità e discriminazioni di vario tipo. Comparti dove non a caso si ritrova un fetta importante degli oltre 2,5 milioni di lavoratori e lavoratrici che in Italia, anche per effetto di CCNL vergognosi, sono soggetti al cosiddetto lavoro povero, nonostante siano di fatto imprescindibili per il funzionamento degli enti pubblici, dall’Ospedale più grande d’Italia alle pulizie degli edifici comunali, e così via dicendo…
Anche il segretario cittadino della CGIL ha recentemente affermato che ci vorrebbe “…un salario minimo negli appalti pubblici contro il lavoro povero…”. Se queste parole sono segno di una discontinuità nell’atteggiamento avuto dai confederali in questi ultimi due anni, dopo aver sottoscritto anche degli accordi peggiorativi, non lo sappiamo. Quel che è certo è che un primo importante passo che dovrebbero fare le organizzazioni sindacali sarebbe quello di non accettare mai più contratti indegni come il Multiservizi.
Al Sant’Orsola non è stato facile raggiungere questo risultato, la lotta è stata aspra e non priva di colpi bassi: tra scioperi, assemblee, uno stato di agitazione durato oltre sei mesi, il doversi muovere all’interno delle rigide regole che caratterizzano una vertenza sindacale all’interno di un servizio pubblico essenziale, intimidazioni da parte delle aziende, lettere di richiamo finite nel nulla, nonché il completo disinteresse della Direzione generale del Policlinico e degli enti preposti alla verifica delle condizioni di sicurezza.
Eppure ce l’abbiamo fatta, sicuramente anche per la discontinuità che va riconosciuta alla società TRA.SER., con la quale abbiamo raggiunto un’intesa che vede riconosciuto ADL COBAS come un interlocutore ufficiale, con tutto le agibilità sindacali che ne conseguono.
La lotta contro il lavoro povero e i contratti indegni non finisce certo qua, e il lavoro da fare è ancora molto, in primis nel resto dell’appalto.
Ma oggi crediamo che possa essere un primo passo in un’altra direzione, e non va dimenticato chi con fatica e abnegazione si è messo a disposizione nell’ultimo anno e mezzo per migliorare, non solo per sé stesso, le proprie condizioni economiche e lavorative, per un’esistenza dignitosa che non sia schiava del lavoro povero.
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