Lunedì 18 novembre il Tribunale di Bologna si pronuncerà sulla incredibile e fascista richiesta di applicazione nei confronti di 6 attiviste/i del Sicobas di Bologna della misura del divieto di dimora a Bologna, pur essendo tutti residenti in città. Questa assurda misura restrittiva (già applicata anche in altri casi a Bologna, nei confronti del sindaco di Riace e in altre città) nasce da uno sciopero promosso dal Si Cobas contro dei licenziamenti nel magazzino Logista di Bologna la scorsa estate.
Si tratta in sostanza dell’equivalente della misura del confino di mussoliniana memoria nei confronti degli antifascisti. Il fatto stesso che il codice penale possa ancora consentire l’applicazione di una simile misura e che dei magistrati poi la applichino la dice lunga sulla concezione tuttora esistente dei diritti delle persone e della libertà di movimento. Ma questa misura è particolarmente odiosa e pesante proprio perché obbliga delle persone ad allontanarsi dalla propria abitazione e residenza, trovarsi una nuova casa fuori dalla provincia, con tutto ciò che deriva da una imposizione del genere in termini di costi e di affetti personali.
E’ necessario pronunciarsi con forza contro questo tipo di provvedimenti e qualora il pronunciamento del Tribunale di Bologna desse attuazione a questa richiesta, mettere in moto immediatamente una mobilitazione per respingere questo ennesimo atto intimidatorio contro attivisti che dalla mattina alla sera lottano molto spesso anche per portare la legalità in questi posti di lavoro dove non esistono diritti e dove giudici e tribunali non hanno mai messo il naso.
Adl COBAS