Venerdì 16 settembre, a soli 4 giorni dall’inizio dell’anno scolastico, è morto Giuliano De Seta, studente appena 18enne dell’ITIS Leonardo Da Vinci di Portogruaro.
Giuliano è morto mentre svolgeva il suo periodo di alternanza scuola lavoro presso la BC Services di San Donà di Piave, schiacciato da una lastra dal peso di 2 tonnellate.
Giuliano, e prima di lui Lorenzo e Giuseppe, a cui si aggiungono quelli che per pura fortuna sono stati vittime di incidenti non fatali: vorremmo poter dire che sono state delle tragedie impreviste, vorremmo poterci permettere il lusso di essere sorpresi e sgomenti di fronte a queste morti.
Allargando lo sguardo, da gennaio 2022 i morti sul lavoro in Italia sono circa 600, una media di 3 al giorno, con un incremento di quasi il doppio rispetto al numero di morti del 2021 (esclusi i casi covid), e gli infortuni denunciati sono quasi 450 mila, con un aumento del 40% rispetto all’anno passato: pensiamo sia urgente dire che in Italia abbiamo un problema con la sicurezza sui posti di lavoro.
Le responsabilità sono ben distribuite: da chi ha approvato la legge 107 nel 2015 (la cosiddetta Buona Scuola) per poter garantire alle aziende manodopera gratuita, a chi nei provveditorati non effettua controlli adeguati sulle aziende nelle quali vengono mandati studenti e studentesse, fino alle aziende che in
nome del profitto se ne fregano delle condizioni di sicurezza: al di là della retorica della “tragedia inaspettata”, il sistema “scuola” e il sistema “lavoro” di questo paese che vanno rovesciati come calzini.
Pensiamo sia urgente dire che la battaglia di studenti e studentesse è la nostra battaglia: una scuola che sia in grado di offrire una formazione gratuita, stimolante, ricca e critica è il miglior antidoto per saper riconoscere le ingiustizie e avere una possibilità di non accettarle.
Pensiamo sia urgente dire che al posto che concentrarsi sulla “grande ripresa” post pandemica, al posto di inondare di soldi con sgravi di ogni tipo, dovrebbe essere un obbligo di un paese civile aumentare i finanziamenti agli organi di controllo per la sicurezza: gli ispettorati del lavoro sono al collasso, con migliaia di segnalazioni che attendono mesi prima di essere prese in esame.
Pensiamo sia urgente dire che l’abolizione del PCTO è l’unica misura sensata che possa essere presa: piuttosto forse andrebbe ragionata una alternanza “lavoro / scuola”, che siano le aziende a pagare la formazione di lavoratori e lavoratrici, dandogli la possibilità, ognuno secondo i propri interessi, di essere formati a costo zero.
Non abbiamo bisogno di studenti che imparano a sottomettersi alla “logica dell’Impresa” per diventare lavoratori buoni ed obbedienti: abbiamo bisogno di lavoratori che imparino la critica e la ribellione per affermare la dignità di tutti.
Per tutti questi motivi anche noi saremo davanti ai cancelli della BC Service di Noventa di Piave (VE) martedì 20 settembre, assieme a studenti e studentesse: solo attraverso la convergenza delle lotte, solo superando divisioni in categorie che vorrebbero vedere contrapposte le lotte di lavoratori, studenti e attivisti per la giustizia climatica e sociale, possiamo pensare di vedere quel cambiamento radicale di cui c’è una urgenza maledetta.
Per Lorenzo, Giuseppe e Giuliano, morti di PCTO, per tutte e tutti gli altri morti sul posto di lavoro, ci vediamo martedì 20 settembre alle ore 16.30 davanti alla BC Service di Noventa di Piave.
Con tutta la rabbia, con tutto l’amore.