Sciopero nazionale TPL/ ottima adesione in tutte le grandi città. A Padova si è fermato il 70% degli autisti
diadlcobas
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Notevole la partecipazione dei lavoratori del TpL allo Sciopero Nazionale di lunedì 18 settembre. Le città in cui si sono registrati i più alti livelli di adesione, con percentuali ben oltre il 50%, con punte fino al 70%, della forza lavoro, soprattutto tra il personale operativo, sono: Firenze, Padova, Venezia, Trento, Roma, Bologna, Palermo, Pisa, Lucca, Brescia, ed altre ancora. E’ ormai evidente l’inadeguatezza dei rinnovi sottoscritti da CgilCislUilUgl e Faisa, talvolta seguiti da finte consultazioni: firme-e-firmette dei “soliti noti” in nome della concertazione non hanno permesso di recuperare neppure 1/10 della perdita del potere di acquisto dei salari dei lavoratori del settore (l’inflazione corre veloce). Per assicurare il mantenimento dei livelli retributivi esistenti fino a qualche anno fa, ormai si deve garantire un aumento dei minimi contrattuali di almeno 300 euro mensili ad un livello medio del CCNL Autoferrotranvieri. L’ATTUALE SITUAZIONE È INACCETTABILE E IMPONE ULTERIORI MOBILITAZIONI Anche le condizioni di lavoro non sono più sostenibili, soprattutto dal personale viaggiante, asfissiato da un aumento dei carichi di lavoro che rendono gravosissimo il servizio nelle principali città del nostro Paese. Responsabile un atavico sottorganico che non può più essere ignorato. E’ insopportabile il silenzio del Governo, del Ministro dei Trasporti e delle istituzioni locali. Sono diverse le richieste di incontro trasmesse dalle OO.SS. di base ai rappresentanti istituzionali nazionali e locali, e rimaste senza riscontro. Si parla di svolta green ma nulla si dice sulle risorse pubbliche da investire nel TPL, assicurando un servizio dignitoso all’utenza e un trattamento economico e normativo migliore agli addetti, nonché il mantenimento del carattere pubblico delle aziende in via di privatizzare. LA LOTTA, OVVIAMENTE NON SI FERMA E QUANTO PRIMA SI INDIRANNO RIUNIONI, ASSEMBLEE E MANIFESTAZIONI, OLTRE A NUOVE INIZIATIVE DI LOTTA. Importanti le rivendicazioni con cui i lavoratori pretendono un miglioramento anche delle garanzie sulla salute e sicurezza dei luoghi di lavoro: a beneficiarne saranno anche i passeggeri! La responsabilità dei disagi occorsi all’utenza sono responsabilità delle istituzioni che, peraltro, fingono di non vedere, non sapere e non sentire, l’abbattimento dei livelli di qualità del servizio subito dagli utenti e ricordati da Ministri solo in occasione degli scioperi.
A Padova lo sciopero nazionale si è caricato di una forte valenza locale, viste le condizioni i cui versa il servizio e le grosse problematiche relative alla retribuzioni e la carenza di personale (dovuto al fatto che gli autisti lasciano Busitalia Veneto per andare a lavorare dai concorrenti che offrono retribuzioni e condizioni d’impiego migliori). Altissima l’adesione, ancora adesso stanno circolando solo 2 tram e per quanto riguarda l’urbano l’adesione sfiora il 70% degli autisti. Alle ore 9 si è svolto un presidio davanti alla sede Busitalia in via Rismondo, dove è stato chieso alla dirigenza di confrontarsi con i lavoratori e le lavoratrici, ma che non ha visto nessuno scendere tra i manifestanti. Il presidio si è quindi trasformato in un corteo che ha raggiunto la sede della Provincia Di Padova, ente di governo del TPL. Qui c’è stato un incontro con il Sindaco nonchè Presidente della Provincia Sergio Giordani che ha parlato di una fase di confronto con Busitalia e di una due diligence volta a verificare la gestione aziendale. Da parte nostra è stata portata la richiesta di una rapida inversione delle politiche di offerta del servizio e delle condizioni d’impiego perchè diversamente la richiesta e la lotta sarà per la disdetta dellappalto a Busitalia Veneto
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