«Molti giovani del sud che l’anno scorso avevano lavorato nei nostri alberghi – scrive il Sindaco – quest’anno hanno risposto di non tornare a Gabicce perché stavano percependo il reddito di cittadinanza. E se accettassero di tornare perderebbero l’assegno da oltre 700 euro che a loro basta per vivere».
Caro sindaco Domenico Pascuzzi e Caro Matteo Renzi,
premettendo che siamo critici rispetto alla misura e alle modalità di erogazione del reddito di cittadinanza introdotto dal Governo giallo/verde e molto più favorevoli ad un reddito di base universalistico e incondizionato sganciato da un sistema di work fare come quello imposto da Di Maio e soci, ovvero che siamo per una società libera dal lavoro salariato, siamo tuttavia molto contrariati conoscendo bene il settore del lavoro stagionale, in particolare della Costa romagnola, da questa pseudo polemica politica che giustifica l’assenza di lavoratrici e lavoratori stagionali a causa dell’introduzione del reddito di cittadinanza. “I lavativi e le lavative” del turismo, choosy di lontana memoria, preferirebbero il divano ad un lavoro vero e proprio. Questo sostengono il sindaco di Gabicce Mare, Domenico Pascuzzi e Matteo Renzi. Entrambi del Pd.
Ma di quale lavoro parliamo quando parliamo di lavoro stagionale nel turismo?
Parliamo di un lavoro dove la metà delle ore lavorate non sono retribuite, ovvero si lavora gratis per metà delle ore, dove per 4/5 mesi si lavora senza giorno libero, con retribuzioni da terzo mondo che si aggirano sui 2, 3, 4 euro all’ora, con un monte orario giornaliero che va dalle 10 alle 13 ore di lavoro consecutive e con brevi pause, dove il contratto che si firma, così come il rispetto del CCNL del settore, il più delle volte è carta straccia ( http://bit.ly/2WXdguW ).
Andateci voi caro Sindaco e caro Renzi a lavorare a queste condizioni, a vivere nelle aziende dove lavorate, nelle soffitte degli hotel o nelle cantine dei ristoranti, in luoghi malsani, sotto controllo del vostro datore di lavoro 24 ore su 24. Poi vi stupite se c’è chi si rifiuta di accettare queste condizioni perché magari percepisce una misura di sostegno al reddito, oppure ricerca altrove la possibilità di un lavoro stagionale ma a ben altre condizioni di quelle imposte dal mercato del lavoro turistico italiano.
Per noi l’introduzione di un reddito di base dovrebbe servire anche a questo oltre che a contrastere la povertà, da un lato a mettere in ginocchio quei settori, come quello turistico, altamente femminilizzato (60% della manodopera è femminile) e sfruttato/razzializzato (sono pochissimi nei territori turistici i lavoratori e le lavoratrici stagionali autoctoni che ricoprono generalmente i lavori con più alta qualifica), ma anche a contrastare il lavoro come ricatto e l’illegalità diffusa che lo accompagna.
Intanto però, mentre chi ha introdotto misure come il Jobs act, il Piano casa, il Pacchetto Minniti (vero e proprio manuale delle nuove leggi razziali in Italia), imposto politiche a favore delle imprese, delle centrali cooperative e a svantaggio dei lavoratori e delle lavoratrici e del diritto di sciopero, grida alla scandalo definendo la misura del reddito di cittadinanza diseducativa e un vero e proprio autogol di questo (sempre e comunque) indegno Governo, questa tipologia di lavori sono svolti sempre più da persone rese invisibili dalle stesse leggi che questi hanno introdotto, persone senza diritti che mandano avanti i servizi turistici e il settore.
Le donne dell’est, spesso ridotte a vera e propria merce, sono sostituite sempre più da lavoratori e lavoratrici e provenienti dall’Africa subsahariana che svolgono i lavori più umili e faticosi e sempre back-office.
I contratti a tempo determinato o a chiamata sono sostituiti da centinaia e centinaia di tirocini svolti perlopiù da giovani richiedenti asilo accolti nei Cas o nello Sprar del territorio, tirocini per assistente bagnino, tirocini per lavapiatti…. veri e propri rapporti di lavoro subordinati sostituiti da tirocini a 450 euro al mese (spesso con Garanzia Giovani quindi ZERO costi per l’azienda, ci pensa lo Stato a “pagare” gli/le sfruttati/e) con le medesime condizioni di organizzazione del lavoro sopra descritte e nessuno della filiera di comando che controlla, in primis il tutor dell’ente di formazione. Ce poi tanto lavoro nero, perché questi tirocini raramente scaturiscono in contratti veri e propri, è molto più facile che i tirocinanti diventino poi lavoratori in nero ( http://bit.ly/2WZaHIw ).
Quindi Caro Sindaco e Caro Renzi, avete fatto voi un bel autogol e permesso finalmente a tutti e tutte di leggere la realtà del lavoro nel turismo fuori dalla retorica politica/imprenditoriale e dentro il mondo reale e i rapporti di forza che in esso si esprimono.
Il lavoro nel turismo è un lavoro gravemente sfruttato, sessista e razzista, dove regna un’illegalità diffusa, dove il potere conquistato da una buona parte degli imprenditori del turismo in anni di silenzio complice della politica ma anche delle organizzazioni sindacali confederali, ha portato una vera e propria lotta di classe al contrario.
E’ arrivato il momento di invertire questa rotta.
MAI Schiavi! MAI Schiave!
ADL Cobas Emilia Romagna