Martedì 21 luglio siamo intervenuti come rappresentanti di RISP, la neonata Rete InterSindacale – di cui ADL COBAS è fondatrice – che sostiene Professioniste e Professionisti spettacolo e cultura – Emergenza Continua, ad un incontro organizzato dai Ministeri Lavoro e Cultura.
Un incontro in cui erano presenti numerose organizzazioni datoriali, i sindacati confederali e, grazie alle lotte di questi mesi, anche le realtà autorganizzate.
Un passaggio sicuramente importante per il movimento autorganizzato dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, della rete RISP e di ADL COBAS perchè ha sancito un riconoscimento ufficiale, ma sicuramente non sufficiente. Ora ci auguriamo che oltre ad uno allargamento dei tavoli al Ministero dello Sviluppo Economico – per un serio aumento dello stanziamento fondi alla cultura e revisione dei criteri di accesso ai bandi – continui il coinvolgimento del movimento e della Rete Intersindacale. Quello che chiediamo è una vera e propria riforma del sistema cultura e degli ammortizzatori sociali, perchè non è necessario uscire dalla logica “emergenziale” basata sull’allungamento di Bonus e Cassa Integrazione.
Martedì abbiamo ottenuto un primo riconoscimento dal Governo, ma questo non fermerà le mobilitazioni, che continueranno in tutta Italia!
Qui sotto l’intervento integrale di Cecilia Muraro
Buon pomeriggio a tutte e tutti sono Cecilia Muraro, parlo in rappresentanza di Professioniste e Professionisti Spettacolo e Cultura e della rete intersindacale che la sostiene formata da ADL Cobas, SI Cobas, e CLAP.
Intanto ringraziamo di far sedere finalmente i movimenti auto-organizzati del settore ai tavoli istituzionali. Questo è un grande riconoscimento per tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che in questi mesi si sono mobilitati, non riconoscendosi nelle attività delle rappresentanze tradizionali. E, soprattutto, che negli ultimi mesi si sono ritrovati senza alcun tipo di reddito di continuità, che supportasse la condizione in questa fase di crisi sanitaria ed economica.
riteniamo necessario un ulteriore sostegno previsto per il comparto Spettacolo, Cinema e Audiovisivo, che farà sicuramente tirare un sospiro di sollievo ad operatori ed operatrici, Ma crediamo fermamente non si debba parlare di indennità una tantum o solo emergenziale, ma di un vero e proprio ammortizzatore sociale di continuità, che garantisca il settore nei periodi strutturali di non lavoro.
Ad oggi è in atto la discussione del Governo sulla riforma degli ammortizzatori, vista l’insufficienza evidente di quelli attuali, palesatasi durante l’emergenza Covid-19. Abbiamo dovuto subire una pandemia per discutere di nuovi ammortizzatori sociali per una categoria come quella dei professionisti dell’arte, dello spettacolo e della cultura, da sempre messa in disparte e poco attenzionata e riconosciuta da anni, da parte di questi stessi Ministeri dai quali oggi siamo invitati a colloquio.
Un episodio forte quello del lockdown per il Covid-19, al quale bisogna dare una risposta altrettanto forte e seria di ripartenza, costruendo nuovi modelli di sostenibilità e dignità del lavoro per il settore e per tutti i settori maggiormente colpiti.
Per questo chiediamo con estrema urgenza l’apertura di un tavolo permanente di dialogo relativo alle esigenze del settore arte, spettacolo e cultura, alla presenza del Ministero del Lavoro e del Mibact, e in co-presenza ai tecnici,
bisogna definire una riforma completa e radicale del Sistema Culturale Nazionale. Che metta al centro il lavoratore e la lavoratrice in quanto tali, e dia il riconoscimento adeguato al lavoro intellettuale altamente specializzato che rappresenta.
una riforma Che parli di tutele contrattuali, di malattia ed infortunio, di maternità e paternità, di montante contributivo a fine pensionistico, CCNL unitari, continuità di reddito, investimenti e nuovi criteri di accesso ai fondi pubblici, internalizzazioni, pianificazione e progettazione culturale partecipata, defiscalizzazione e deburocratizzazione per le imprese sociali del settore.
Un concreto sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici della cultura e dello spettacolo garantendo Reddito minimo e superamento del modello assicurativo degli ammortizzatori sociali già esistenti, legati al settore, alle dimensioni dell’azienda e alla tipologia del rapporto di lavoro.
I lavoratori intermittenti e autonomi, ossia la stragrande maggioranza degli occupati del settore di spettacolo e cultura,non solo non riescono ad usufruire di un ammortizzatore sociale, ma come nel caso dei lavoratori con contratto a chiamata versano contributi al FIS senza potervi accedere.
Per questo crediamo che un ammortizzatore sociale unico, possa così andare ad appianare le differenze, dettate da decine di CCNL applicati (partendo da quelli di settore, che sono almeno 7, fino ad arrivare al Terziario o al Metalmeccanico) e da una frammentazione di contratti utilizzati molto ampia (Intermittenti, COCOCO, P.IVA, Determinati, prestazione occasionale….).
In questi mesi con i lavoratori autorganizzati di tutta Italia abbiamo redatto un documento emergenza, protocollato presso i ministeri e consegnatovi via PEC, abbiamo redatto un manifesto che parla di una nuova visione di cultura arte e spettacolo e abbiamo una proposta per un nuovo ammortizzatore, che vi invieremo.
Confidiamo nel apertura entro breve quindi di un confronto, come richiesto da migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore culturale, che durante questi mesi si sono mobilitati. Siamo certi verranno prese le iniziative necessarie per fare finalmente emergere il bacino di sfruttamento, precarietà e lavoro nero che da troppo tempo getta il settore nella disperazione sociale, nonostante sia quello che generosamente presta la sua attività lavorativa nei momenti di emergenza sociale, come accaduto ancora una volta nel corso di questi mesi. Ci aspettiamo un intervento volto a ridare dignità al lavoro e alla produzione culturale, etica e civile del nostro paese.