L’ADL Cobas nasce nel 1992 dall’esperienza politica e sociale sviluppatasi lungo il decennio degli anni 80 nella Bassa Padovana attorno alle lotte contro la ristrutturazione, il decentramento, i licenziamenti, la precarizzazione del lavoro e la devastazione ambientale in quei territori. Una rete di militanti diffusa e radicata socialmente che aveva le sue radici nei percorsi di lotta e di autorganizzazione che avevano caratterizzato il Veneto in quei decenni. Dall’intreccio delle lotte contro i processi di ristrutturazione delle industrie di questo territorio ( Industrie del giocattolo della zona di Monselice, Officine Galileo divenuta poi Merlin Gerin di Battaglia Terme, Utita di Este divenuta poi Komatsu, ecc.) e l’avvio di una presenza all’interno del settore del pubblico impiego e del trasporto pubblico ( Comune di Padova, Agenzia delle Entrate, APS, Ospedale, Scuola) nasce l’esperienza di ADL Cobas – che in quel momento stava per Associazione Difesa Lavoratori- Cobas – che negli anni successivi poi si radica e si sviluppa anche in altri territori del Veneto e non solo.
Un insieme composito, che ha messo in comune esperienze e conoscenze diverse, nella consapevolezza che solo il percorso dell’autorganizzazione, in un rapporto costante e dialettico con le altre realta’ conflittuali, agendo localmente e pensando globalmente, puo’ portare a risultati concreti nella salvaguardia dei diritti e nella lotta per trasformare radicalmente lo stato presente delle cose.
Molta acqua e’ passata sotto i ponti.
Oggi l’ADL Cobas, divenuta nel frattempo Associazione per i Diritti dei Lavoratori/trici- Cobas, dopo un percorso di transito con altre esperienze sindacali rivelatesi incompatibili con lo spirito fondativo di Adl Cobas, ha assunto una dimensione multi- regionale (Oltre al Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Marche) dando vita ad una rete di sportelli che spaziano dal lavoro alla casa, all’immigrazione, ai servizi legati al Patronato e al CAF, mantenendo una propria totale autonomia ed indipendenza, rinnovata grazie anche al dibattito che ha portato alla riformulazione della denominazione, all’interno di un quadro che necessita di una apertura fattiva a tutte le esperienze conflittuali presenti a livello nazionale, per dare impulso al confronto, alla ricerca, all’approfondimento teorico e pratico sui nodi che ci sono posti dal passaggio epocale che stiamo attraversando.
Nodi ineludibili che riguardano il reddito, la democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro, il cosa, come e quanto produrre, la difesa e valorizzazione dei beni comuni, la lotta contro la crisi climatica e contro ogni forma di discriminazione, il diritto per tutti/e ad un futuro degno.
Proposizioni ambiziose su cui andare a confronto tra diversi per indagare il cambiamento e sperimentare percorsi comuni, attorno ai quali vogliamo metterci in gioco, consapevoli che il gioco si è fatto duro e che la posta in palio è molto alta.