Il 25 ottobre come Adl Cobas, oltre ad aver dato vita ad una vera giornata di sciopero che ha coinvolto magazzini della logistica, aziende manifatturiere e del trasporto pubblico locale, enti pubblici e multiutility abbiamo portato per le strade di Padova un migliaio di lavoratori e lavoratrici.
Una presa di parola collettiva e determinata a rivendicare migliori condizioni di vita e di lavoro, ad opporsi al sistema di sfruttamento di questo capitalismo predatorio che in nome del profitto peggiora le condizioni di vita di tutti i soggetti messi al lavoro – sia esso precario, retribuito o non retribuito – attacca diritti fondamentali quali l’accesso all’abitazione, alla salute, all’educazione, alla mobilità ed alla libera circolazione. Lo stesso sistema che sta devastando il pianeta e che ha creato una emergenza climatica che produce disastri e mette a rischio l’esistenza di intere popolazioni. Un’emergenza climatica che ha caratteristiche interamente di classe, in quanto chi già subisce e subirà sempre più gli effetti peggiori di questa crisi sono i lavoratori, i ceti più poveri e le classi meno abbienti, sia a livello mondiale che nei nostri stessi territori.
Per questi motivi lo sciopero del 25 ottobre non è stato rituale, ma un passaggio di rilancio e ripresa di una lotta per il sempre più necessario cambiamento di sistema.
Adl Cobas ha promosso e sostenuto in questi anni le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici mettendo al centro la rivendicazione di migliori condizioni di vita e di lavoro, attraverso miglioramenti economici e salariali ma anche attraverso la riduzione dell’orario di lavoro, la riduzione dei carichi di lavoro, la garanzia dei diritti sociali e della qualità della vita, per la rivendicazione del reddito che permetta di sottrarsi allo sfruttamento, per il welfare universale ed una grande redistribuzione della ricchezza, per l’affermazione della dignità. In questi anni abbiamo imparato che le lotte nei posti di lavoro non sono per nulla “settoriali”, separate da quelle “sociali” e “ambientali”; per questo abbiamo partecipato e cercato di portare il nostro contributo collettivo alle grandissime mobilitazioni per la giustizia ambientale e contro la crisi climatica, contro le discriminazioni di genere, contro il razzismo e la discriminazione dei migranti. Riteniamo che oggi più che mai tutte queste lotte e tutti i soggetti sociali coinvolti debbano fare uno sforzo per “parlarsi” tra loro e per parlare a tutta la società, rifiutando schemini e categorizzazioni utili solo a separare, incasellare e tenere divisi coloro che si stanno mettendo in gioco per migliorare la vita del 90% della popolazione mondiale.
Oggi a Padova, con la partecipazione di tante realtà sociali territoriali e di alcune assemblee locali del movimento “Fridays For Future” abbiamo fatto un passo in avanti in questa direzione. I prossimi passaggi saranno il 9 novembre a Roma per chiedere l’abolizione delle leggi Sicurezza e il 29 novembre nei principali capoluoghi di provincia per il quarto sciopero climatico.
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