Da un paio di mesi a questa parte in Francia si è messo in moto un movimento di lotta che ha coinvolto un variegato mondo composto da lavoratori, studenti, precari di ogni specie, che si è posto fin da subito l’obiettivo di non far passare la “loi travail” (nuova legge sul lavoro) equivalente al “Jobs Act” del governo Renzi. I punti principali di questa legge, contro cui si sta mobilitando l’intera Francia prevedono, da un parte una maggiore facilità di licenziamento con un ampliamento dei margini di discrezionalità dei motivi di natura economica che possono facilitare il licenziamento dei dipendenti. Si tratta di criteri (calo del giro d’affari per diversi trimestri, un generico riferimento alla salvaguardia della competitività…) che più che essere discrezionali appaiono arbitrari e rendono estremamente difficile per il lavoratore dimostrare l’illegittimità dell’atto espulsivo. Tale dispositivo in Italia già esiste con l’introduzione della legge Fornero ed è stato aggravato dalla cancellazione dell’art. 18 introdotto con il Jobs act.
L’altro punto principale molto più contestato è quello previsto dall’art. 2 della loi travail che prevede il dare la precedenza ai contratti aziendali rispetto a quelli nazionali e ha come posta in gioco in particolar modo la questione relativa all’orario di lavoro e quindi la tenuta delle 35 ore conquistate con le lotte dei decenni passati.
Su questi contenuti è in atto un braccio di ferro durissimo con il governo “socialista” di Hollande che ha visto un crescendo di scioperi, manifestazioni (spesso caricate dalla polizia) presidi permanenti di piazze, blocchi dei rifornimenti di carburante e mille altre iniziative distribuite in tutta la Francia che sono solo destinate a crescere in vista delle prossime scadenze per l’avvio dell’iter parlamentare per approvazione di questa legge che approderà in Senato IL 14 GIUGNO.
In Italia, come sappiamo, solo una piccola parte del mondo del lavoro ed in particolare nella logistica abbiamo cercato di contrastare il Jobs Act, mentre Cgil Cisl e Uil si limitavano a far finta di esservi contro, trasferendo poi sul piano referendario il “contrasto” alla legge.
E’ chiaro che solo un grande movimento di lotta può riuscire a bloccare queste leggi che fanno ritornare indietro nel tempo la condizione dei diritti dei lavoratori e lasciano sempre più campo libero all’arbitrio del padrone. In Francia, oggi, questo sta avvenendo ed è molto importante che ciò avvenga perché rappresenta un fondamentale stimolo per tutti i lavoratori in Europa, per poter rialzare la testa e riuscire a vincere delle battaglie.
Per questi motivi, per noi in Italia, oggi, portare solidarietà al movimento di lotta in Francia deve significare prima di tutto riprendere noi la lotta contro il Jobs Act, contro l’espansione di tutte le forme di precarietà, tra cui l’uso indiscriminato dei voucher, per rinnovi di contratti di lavoro che portino significativi miglioramenti alle condizioni di lavoro.
Costruiamo da qui al 14 giugno e a seguire un crescendo di iniziative di lotta che sappiano indicare al governo francese, a quello italiano e a tutta Europa che siamo in grado di bloccare le politiche che mirano a cancellare i diritti acquisiti con tanti anni di lotte.
ADL COBAS – SI COBAS
APPUNTAMENTI NELLE VARIE CITTA’ :
– PADOVA, ORE 10,30 -> PREFETTURA DI PADOVA
– VERONA, ore 10 -> PREFETTURA DI VERONA
– TREVISO, ORE 14.30 -> PREFETTURA DI TREVISO