Com’è possibile che la flat-tax conviva con una redistribuzione del reddito? Non è possibile: per spostare la ricchezza la si deve prendere da dove c’è, non è possibile combattere la povertà e con una tassazione non progressiva ed inoltre l’abbassamento della tassazione non puo’ riguardare solo le partite iva fino a 65.000 euro mentre per i redditi da lavoro, superati i 26.000 si perdono del tutto gli 80 euro di sgravio di Renzi! Paperon de Paperoni non deve pagare le stesse tasse di Paperino, Gastone o Nonna Papera!! Tutt’altra sostanza intravvediamo nella vicina Francia dei ‘gilet gialli’, dove un movimento composito, diffuso territorialmente e ingovernabile sul piano dei comportamenti di piazza e della rappresentanza, ha ottenuto, subito, un riconoscimento economico, l’impegno ad una tassazione progressiva, maggiori servizi locali: i parametri europei stabiliti dal Fiscal Compat per la Francia sono spariti! Non sappiamo dove andranno a finire i Gillet gialli, ma qui ci interessa rilevare la differenza tra quello che viene calato dall’alto dei Governi da quello invece che viene preteso e imposto dal basso, con la mobilitazione e la lotta. Questa differenza è quella che porta le misure simbolo del governo giallo-verde nella loro applicazione attraverso la Legge di Bilancio a non incidere affatto rispetto ad una redistribuzione del reddito, anche se molti, proprio su questa speranza, gli hanno premiati nel voto. La cifra neoliberista del Governo italiano, aldilà delle sparate propagandistiche, non cambi di segno, rispetto ai precedenti governi, rimanendo in sintonia con le direttive europee, anzi si colora di bruno con l’accentuarsi di tutte le forme di controllo, di disciplinamento sociali presenti tanto nella manovra finanziaria, quanto, molto più pesantemente, nel decreto sicurezza Salvini. Il Reddito di Cittadinanza, che oltre ad essere solo un potenziale diritto per i cittadini italiani [da almeno 10 anni], dunque intrinsecamente xenofobo e costitutivo di un differenziato diritto materiale, è permeato di una logica lavoristica repressiva [se non accetti il lavoro sei escluso, se ‘imbrogli’ o hai qualche gig lavoro extra rischi il carcere fino a 6 anni], e con al suo interno il regalo alle imprese di avere fino a sei mesi del “reddito”, se assumono un disoccupato: come il Job Act renziano, che premiava l’impresa, e che viene spacciato da lotta alla disoccupazione, altro che fine della poverta’!.La Quota 100, aldilà del gradito possibile anticipo pensionistico, vedrà la prima “finestra” di uscita utile per il privato ad aprile (giusto in tempo per le elezioni europee) mentre per il dipendente pubblico continua la discriminazione e criminalizzazione, dalle impronte biometriche per controllarne la presenza al lavoro, alla prima “finestra” utile solo ad agosto e non ad aprile, all’avere il TFS non, come nel privato, subito una volta in pensione ma tranne un anticipo fino ad un massimo di 30.000 euro, il rimanente al compimento dell’età anagrafica, già stabilita dalla legge Fornero. Ci sarà uno “sconto” per riscattare il periodo impiegato per la laurea per gli under 45 assunti da un determinato periodo. Anche su questo punto come per valutare quanto sarà la diminuzione della propria pensione uscendo in maniera anticipata con quota 100, con l’ape o con l’opzione donna sono a disposizione di tutti i nostri sportelli sindacali.REDDITO, SERVIZI, DIRITTI, DIGNITA’ per tutti !!!
Adl Cobas – Cobas Scuola