Primo sciopero globale per i diritti dei ciclofattorini
Anche i capitalisti delle piattaforme digitali compiono gli anni. E, ieri, i lavoratori delle consegne a domicilio in bicicletta attraverso le piattaforme digitali – il food delivery 2.0 – hanno deciso di festeggiare il fondatore di Deliveroo Will Shu in un modo molto speciale, con un vero giorno di festa: smettendo di lavorare e organizzando uno sciopero in 35 città in tutto il mondo. La data, lanciata durante l’assemblea tenutasi a Bruxelles a fine ottobre, segna un salto nell’organizzazione delle rivendicazioni da parte dei riders. Oggi possono contare su una nuova rete sindacale che supera le frontiere ed è stata battezzata Transnational Federation of Couriers. Se il capitalismo delle piattaforma opera a un livello globale, allora è necessario organizzare il contrattacco sullo stesso piano. Questo hanno capito i «riders» in una giornata di mobilitazioni, scioperi e rallentamenti del servizio da Hong Kong a Parigi, da Londra a Berlino. Un bel regalo di compleanno, per Will Shu, con i lavoratori e le lavoratrici di Deliveroo uniti per l’occasione anche con quelli di Foodora, Glovo, Uber Eats, Just Eat e delle piattaforme più piccole in Italia come MyMenù.
NELL’ORGANIZZAZIONE del lavoro digitale la forza lavoro tende ad essere considerata solo nei termini di un lavoro autonomo sottopagato o pagato a cottimo. Numerose sono state negli ultimi tre anni le cause di lavoro per dimostrare la falsità di questa presunta «autonomia» – giusto a titolo d’esempio si pensi alla recente risoluzione della Corte di Cassazione francese, che sottolinea come il lavoro di piattaforma presenti elementi caratterizzanti il rapporto di subordinazione. E, a sei mesi dall’inizio del «tavolo» organizzato dal ministro del lavoro Luigi Di Maio tra riders, sindacati e piattaforme ancora si attende una risposta concreta alle rivendicazioni dei lavoratori.
LE SFIDE DEL DIRITTO del lavoro non hanno fermato i ciclofattorini che continuano a organizzare assemblaggi organizzativi, non solo locali e nazionali, ma transnazionali. L’idea di questa prima giornata di lotta europea è quella di restituire la composizione stratificata e molteplice, presente sia nei mercati digitali che in molti altri, che esprime la caratteristica intersezionale di genere, razza e classe della forza lavoro contemporanea.
QUESTA È L’AGENDA delle rivendicazioni: un’assicurazione dignitosa; il miglioramento delle condizioni di lavoro; l’aumento della retribuzione; l’abolizione dei sistemi di classificazione \[ranking\] e di concorrenza interni e del cottimo; il riconoscimento dei diritti sindacali e di un vero sistema di tutele. Su queste richieste di base si stanno organizzando i sindacati autonomi, collettivi e gruppi di rider e in tutti i paesi in cui sono presenti le piattaforme i problemi sono gli stessi: la precarizzazione progressiva e crescente, la lotta contro le nuove forme di controllo sulle performance dei lavoratori, una retribuzione calcolata sul cottimo e sulla prestazione e non sul tempo di lavoro.
DELIVEROO, rappresentata dal simbolo del canguro, ha costruito le proprie cucine e cerca di sostituirsi ai ristoranti parigini e londinesi. Proprio come Amazon ha fatto in questi anni con le librerie. Potenzialmente tutte le compagnie di delivery potrebbero seguirlo. Tale possibilità è data dal possesso delle informazioni sui consumi, sulle abitudini dei consumatori, sul potere di acquisto dei clienti nei diversi territori – informazioni che sono estratte e messe a valore indebitamente. Anche per questo nei documenti dei lavoratori cresce l’attenzione sull’uso dei dati dei consumatori, degli esercenti e dei lavoratori e la loro tutela.
L’IDEA DEL NUOVO sindacalismo è fare pressione su una struttura globale, quale è quella che compone le diverse compagnie di delivery.I lavoratori si augurano che lo sciopero di ieri, oltre ad essere una splendida cartolina d’auguri per il compleanno di Will Shu, possa inaugurare una rottura che porti a una prossima riconfigurazione della contrattazione e quindi dei rapporti di forza.
QUANDO SI LAVORA come rider sembra di dover rispondere ad un fantasma: la «app», l’applicazione. Ma come sono materiali le consegne da trasportare, gli ordini da espletare e i chilometri da percorrere così si rendono sempre più visibili i rapporti di complicità, cooperazione e mutualismo tra i colleghi e le colleghe, nonostante la fabbrica sia diventata tutta la città. Si rendono visibili i legami, le reti, le rivendicazioni. Si annunciano tempi di festa, di sottrazione dalla produzione e dalla precarietà, lavorando con lentezza quando si chiede di correre, fermandosi quando gli assemblaggi funzionano in un concerto globale.
da ilmanifesto.it