Pubblichiamo qui sotto un articolo apparso a pagina 15 del numero 5 del “Bollettino europeo” della Regione Veneto in cui si parla di “LABCIT” un progetto di ricerca europeo che ha studiato il grave sfruttamento dei lavoratori migranti in particolare in alcuni settori. A questo progetto hanno partecipato attivamente anche alcuni delegati e sindacalisti di ADL che hanno portato un contributo sulle condizioni di lavoro nella logistica e nel turismo.
Recentemente, i risultati finali del progetto (tra questi il video Warehouse Workers : Exploitation and Struggles in the Italian Logistics Sector) sono stati presentati a Bruxelles alla presenza di alcuni parlamentari. A questo importante evento ha partecipato anche un nostro delegato, Paul Galeanu Costel.
L’Università di Padova studia lo sfruttamento dei lavoratori-migranti
Un salario minimo e condizioni lavorative dignitose sono necessari per la promozione della piena cittadinanza e della partecipazione democratica di tutti i cittadini dell’Unione europea. È a partire da questa idea che ha preso il via il progetto europeo
LABCIT (“Testing EU Citizenship as Labour Citizenship: From Cases of Labour Rights Violations to a Strengthened Labour-Rights Regime”), in cui è coinvolto anche il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell’Università
di Padova, con altri 10 partner europei, oltre al Multicultural Centre di Praga come capofila. Finanziato attraverso il programma ―Europa per i Cittadini‖, il progetto si propone di testare la capacità di estendere le peculiarità della cittadinanza europea
in particolari condizioni lavorative, definite “estreme”, per incrementare il rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori.
Anche se questi diritti dovrebbero essere garantiti allo stesso modo per tutti i lavoratori, in tutti i Paesi dell’Unione europea, è anche vero che questi non sempre vengono rispettati. Ecco perché, nell’ambito del progetto, l’Università di Padova ha condotto delle ricerche nel campo dello sfruttamento dei lavoratori migranti nel settore turistico di Rimini e in quello dei trasporti di Padova. La scelta di questi settori è dovuta alla grande presenza di migranti assunti in sistemi di cooperative e vittime di
abusi, ricatti, esclusione sociale e ingiustizie. Lo studio analizza i casi concreti delle condizioni di lavoro per estendere la consapevolezza su questa problematica e fare in modo che abbia un’eco sulle future discussioni a livello europeo.