Misure cautelari di divieto di dimora dal territorio della città metropolitana di Bologna per sei attivisti.
La Questura si schiera apertamente a difesa della rendita, contro il diritto alla casa e alla vita degna per tuttə.
Nelle ore in cui diverse figure istituzionali si atteggiano a democratici dispiaciuti per le manganellate dei giorni scorsi, il vero volto della Polizia di Stato e del Governo si mostra anche a Bologna dove stamattina un folle provvedimento di divieto di dimora ha colpito sei attivisti dei Municipi sociali e dell’ADL COBAS.
Si tratta di cooperatori sociali, sindacalisti autonomi e studenti che hanno difeso il diritto all’abitare contro lo sgombero dell’occupazione abitativa In/Out nata in uno stabile vuoto della Chiesa, in via Mazzini 90 a Bologna, nell’Ottobre scorso.
Come ADL Cobas siamo stati fin dalle prime ore in relazione e sostegno con quellə composizione che ha animato l’occupazione del Santa Giuliana, una composizione giovane, precaria e migrante sfruttata che non riesce maledettamente a trovare casa nell’intera area metropolitana di Bologna, territorio sempre più respingente verso chi lo abita, vi lavora, lo fa vivere.
Questo attacco alle lotte non può passare inosservato, ci riguarda tuttə. Di certo non fermerà le lotte quotidiane contro il lavoro povero, per il diritto alla città e all’abitare, per un vita degna e chi in questi anni si è sempre battuto nei luoghi di lavoro e nel territorio.
Per questo già domani mercoledì 28 Febbraio anche come ADL Cobas Emilia-Romagna saremo in piazza a Bologna insieme allə compagnə dei Municipi Sociali, e invitiamo tuttə ad esprimersi con foto, comunicati, video con #torniAMOaBologna: facciamoli tornare!