La vicenda legata alla Composad – azienda della multinazionale Gruppo Mauro Saviola, che produce e commercializza mobili in kit sul mercato globale per clienti come Ikea – è nota nel territorio mantovano.
Da più di un decennio occupa “indirettamente” oltre 260 addetti a condizioni contrattuali e di lavoro al di sotto di quelle stabilite dai contratti collettivi nazionali. È questa la meraviglia degli appalti tramite le cooperative!
Nel 2016 queste lavoratrici e lavoratori hanno finalmente deciso di alzare la testa e, autorganizzandosi con l’ADL Cobas, hanno conquistato con la lotta la conservazione del posto per tutti e il rispetto integrale del CCNL! Ma, a poco più di un anno dalla firma di quegli accordi, l’azienda e le cooperative subappaltatrici mettono in dubbio quelle conquiste, rivendicando un sistema di flessibilità insostenibile e soprattutto minacciando esuberi ed esclusioni.
“Sono le condizioni dell’appalto che ce lo impongono” dicono le cooperative, “è il mercato che ce lo chiede” sostiene l’azienda. Tutto ciò è inaccettabile ed è stato respinto con determinazione dai lavoratori e dalle lavoratrici con ADL Cobas.
Mercoledì 10 maggio è stato allora convocato un incontro in Prefettura di Mantova che dovrebbe vedere confrontarsi i sindacati, le cooperative e soprattutto l’azienda Composad. Quest’ultima non ha ancora confermato la sua presenza, che riteniamo imprescindibile per la riconferma degli accordi di continuità occupazionale e di rispetto del CCNL. Altrimenti, sarà impossibile avere un esito positivo della trattativa.
Un battaglia fondamentale per numeri e importanza dell’azienda. crediamo però che la partita sia ancor più significativa ed abbia un preciso valore politico e sociale per il territorio mantovano.
Le conquiste della lotta in Composad – rispetto dei contratti collettivi e clausola di salvaguardia nel cambio appalti – hanno infatti minato le basi sulle quali si fonda il sistema degli appalti al massimo ribasso e dell’utilizzo delle cooperative come strumento che produce costante precarietà e ricatto.
Al contrario, rivendicare diritti, dignità e garanzie uguali per tutti vuol dire difendere chiunque produce ricchezza sociale nel territorio con il proprio lavoro, e pretendere un modello produttivo nel quale sia possibile vivere dignitosamente. È questa la vera posta in palio.
Per questi motivi riteniamo necessario lanciare un appello a tutte quelle realtà sociali, forze politiche, singoli cittadini e cittadine affinché prendano parte ad un Presidio partecipato di solidarietà e di lotta, in occasione dell’incontro di mercoledì 10 maggio, alle ore 15.00.
Esprimere in questo modo la vicinanza ai lavoratori e le lavoratrici in lotta di Composad non è solo sostenere il futuro di così tante famiglie, ma soprattutto lottare per ottenere #lavorolibero da sfruttamento e condizioni di vita migliori per tutti e tutte!