Parlare di assegnazione e gestione dei Servizi significa a monte analizzare l’andamento attuale del welfare (smantellamento del welfare pubblico), interrogarsi su quale modello di welfare vorremmo costruire in difesa delle fasce più deboli della società; quale modello di Servizi alla persona vogliamo costruire che garantiscano dignità e diritti sia agli utenti dei servizi stessi, che ai lavoratori e lavoratrici del settore, che quotidianamente costruiscono, insieme a queste persone, progetti di autonomia, emancipazione, trasformazione culturale, sociale, politica. Guardiamo al possibile sviluppo qualitativo dei Servizi in cui lavoriamo come sviluppo del grado di civiltà di questo paese. Più specificatamente significa interrogarsi sul rapporto tra servizi pubblici ed esternalizzazioni degli ultimi vent’anni, alla luce di un’analisi critica di quella che è stata la recente riforma del terzo settore, che stabilisce una nuova identità e un nuovo funzionamento degli enti gestori che vanno a costituirsi come imprese sociali, governati dunque da interessi privati e logiche di profitto aziendale e di risparmio per le istituzioni pubbliche, locali e nazionali.
Noi conosciamo bene gli effetti di erosione della qualità dei servizi e contrazione di diritti e stipendi per chi ci lavora. Un dato su tutti è l’enorme differenza contrattuale che esiste tra il contratto degli enti pubblici e qualsiasi contratto, tra i tanti, che applicano le azienda e cooperative che gestiscono servizi esternalizzati. Un aspetto riguarda sicuramente il disinvestimento delle risorse legate alla formazione, ai mezzi di produzione, allo sviluppo di nuovi progetti, quasi totalmente a carico dei singoli lavoratori e lavoratrici in termini economici e di tempo e alla ricerca di finanziamenti privati. Vorremmo interrogarci in maniera più approfondita, con dati alla mano, di questi aspetti, intanto ci domandiamo a chi giovano l’esternalizzazione dei servizi pubblici e le gare d’appalto al massimo ribasso e crediamo non sia assolutamente fuori luogo parlare di riinternalizzazione.
I meccanismi d’assegnazione più noti, più usati nei Servizi in cui lavoriamo sono le gare d’appalto e l’accreditamento, il primo più aperto alla competitività aziendale, il secondo alla costruzione di partnership territoriali tra enti pubblici e gestori privati; entrambi comunque all’interno di un andamento monopolistico in cui grandi aziende cooperative si accaparrano fette di mercato sempre più consistenti e vanno a stabilire le regole della competitività e della governance nel sociale.
I primi dati che ciascuno/a dovrebbe conoscere rispetto al proprio territorio sono legati a quanti e quali investimenti pubblici vengono fatti nei Servizi; i soldi tolti al sociale dove vanno?
Chi scrive e come vengono scritti i capitolati d’appalto? Cosa possiamo fare noi per intervenire, durante la definizione di un capitolato, affinché non vengano tagliate risorse e quindi diritti e qualità? (Abbiamo socializzato esempi in cui lavoratori organizzati sindacalmente, famiglie utenti dei servizi, associazioni del territorio, insegnanti della scuola, singoli cittadini, hanno costruito assemblee pubbliche per puntare il dito verso le scelte politiche in atto e per portare attenzione e partecipazione pubblica in città rispetto alla ridefinizione di uno o più servizi alla persona).
Questi tentativi, che hanno portato anche a risultati concreti in merito ai contenuti dei capitolati, oltre che tentare di difendere politicamente e sindacalmente le condizioni e la qualità del nostro lavoro, ci hanno aiutato a svelare le logiche e le finte retoriche su sicurezza e inclusione e sempre di più la tendenza politica attuale di investire sul controllo e la repressione nei luoghi di lavoro, come nei territori, invece che investire su prevenzione, sicurezza delle persone, formazione e sostegno necessario ad un buon svolgimento dell’attività lavorativa.
Da sempre tra i servizi più precarizzati nelle condizioni di lavoro e complessi nella costruzione degli interventi educativi, sono i servizi d’integrazione scolastica e allora una proposta emersa sabato è quella di coordinarci in un’azione comunicativa e rivendicativa (sull’esempio delle mobilitazioni di dicembre 2018, comunicato, flash mob, slogan…) a metà settembre, in concomitanza all’inizio della scuola per raccontare pubblicamente le condizioni degli operatori operatrici dell’integrazione scolastica e per affermare rivendicazioni e proposte migliorative che richiamino anche alla più completa piattaforma della Rete che sarà comunque il riferimento principale al quale tutto il nostro agire farà riferimento.
Le altre proposte emerse dalla riflessione del gruppo sono:
- costruire vertenzialità in singoli servizi dove c’è in gioco un nuovo processo di esternalizzazione o di assegnazione dei servizi con nuovi appalti e utilizzarli come esperimenti pilota su cui costruire nuovi saperi e buone pratiche da socializzare con la Rete Intersindacale
- costruire Piattaforme per la “buona gestione dei Servizi”, cosa non si può tagliare, quali condizioni, quali strumenti e dispositivi sono necessari in ciascun servizio affinché vengano rispettate qualità delle prestazioni e dignità delle condizioni di lavoro. Ciascuno/a, in base alla tipologia del servizio in cui lavora, potrebbe avere cose da scrivere e condividere.