Il 28-29-30 giugno si è svolta a Rimini un incontro nazionale delle lavoratrici/ori del sociale, dove Collettivi autorganizzati, la rete RENOS e l’intersindacale ADL e SIAL COBAS hanno approfondito vari aspetti del settore e non solo.
[Qua il testo di convocazione link]
La tre giorni ha avuto inizio Venerdì sera, con la tavola rotonda “Vogliamo potere! Ricomposizione e intersezionalità nelle lotte del sociale: come vincere le vertenze e costruire nuova società “, durante la quale, con gli interventi di Marie (NUDM Rimake) e Dario (Casa dello sciopero Milano), Marinella operatrice dell’accoglienza di Bologna e Federico educatore di Rimini, si sono approfonditi diversi temi.
Si è partiti dall’analisi della femminilizzazione del lavoro sociale, non intesa solo in una forte presenza femminile tra chi svolge questo ruolo, ma soprattutto su come si svolge, prediligendo quindi sempre “l’utente” ovvero la persona di cui “prendersi cura”, a discapito anche della propria dignità lavorativa, in un contesto dove il welfare è sempre più sotto attacco. Ci sono state però varie esperienze in cui si è riusciti anche a rompere questo schema, come appunto quelle che sono intervenute alla tavola rotonda: Rimake, dove con l’esperienza della casa dello sciopero si è riusciti a costruire uno spazio di discussione per rompere l’isolamento di lavoratrici e lavoratori, provando a creare solidarietà e mutualismo conflittuale. A Bologna, dove con la vertenza dell’HUB di via Mattei i primi a muoversi sono state lavoratrici e lavoratori per salvaguardare le 160 persone che stavano per essere trasferite in Sicilia e le persone che sarebbero rimaste senza lavoro nel giro di qualche giorno, portando avanti una mobilitazione durata 4 giorni, che ha avuto il suo apice l’11 Giugno, giornata in cui ci doveva essere il trasferimento, ma che con una lotta trasversale di lavoratrici/ori, migranti, attiviste/i e la Bologna solidale, è riuscita a fermarlo. A Rimini invece la mobilitazione continua di Educatrici/ori dei servizi scolastici, insieme alle famiglie, sono riusciti a portare rilevanti cambiamenti all’interno delle gare d’appalto, come la introduzione della figura dell’insegnante di plesso, portando ulteriore dignità e valore al ruolo dell’educatore.
[i testi completi della tavola rotonda verranno riportati a breve]
Al risveglio del Sabato, appresa la notizia dell’arresto della “Capitana” Carola Rackete di Sea-Watch 3, si è scelto di dare subito solidarietà → https://www.facebook.com/adlcobas.er/photos/a.355300601271632/1557107751090905/
La mattinata è proseguita con l’apertura dei lavori, partendo dalla discussione su Perchè un altro contratto è possibile, ricostruendo il percorso cominciato settembre scorso a Milano, momento in cui la rete RENOS, SIAL Cobas e ADL Cobas hanno cominciato a collaborare, portando avanti insieme azioni tra sindacati e collettivi, coordinandole a livello interregionale e territoriale, portando in questi primi mesi risultati positivi.
Si è notato infatti l’attivazione di lavoratrici e lavoratori del sociale in sempre più città, costituendo nuovi collettivi autorganizzati e sindacalizzandosi, che ha portato a costruire insieme una piattaforma di rinnovo del contratto fatta da chi questo settore lo vive e lo mantiene in vita, dopo anni di blocco su qualsiasi rinnovo.
I sindacati confederali, dopo ben un anno e mezzo di trattative nazionali nel più totale silenzio, notando una crescente mobilitazione e presa di parola autonoma del settore a dicembre 2018 si sono visti costretti a pubblicare qualche timido report sull’andamento dei tavoli nazionali, fino alla firma a fine Marzo della preintesa sul rinnovo del CCNL Coop Sociali, momento dalla quale hanno cominciato a promuovere una consultazione con lavoratrici e lavoratori prima di firmare definitivamente il rinnovo, in parte dovuto visto il silenzio con cui si sono mossi per tutto il tempo della trattativa.
Le consultazioni, dove organizzate, visto che ci siamo trovati molti territori in cui i confederali non hanno fiatato, alla presenza di lavoratrici e lavoratori organizzati, sono andata verso il rifiuto di questo rinnovo, ma essendo consultazioni e non un vero e proprio referendum alla fine chi ha firmato il CCNL ha potuto dare la propria versione dei fatti: il 90% dei lavoratori a favore, cosa che a noi non risulta, essendoci state in alcune realtà più del 90% di rifiuto.
Un CCNL in cui non vi sono stati passi in avanti su temi importanti, portando anzi argomenti come banca ore, par-time verticali e notti passive alla discussione in tavoli territoriali ed aziendali; o in alcuni casi peggiorando anche la situazione, introducendo finalmente la figura dell’operatrice/ore dell’accoglienza, ma inquadrandolo a C1. In più, ancor più grave, le centrali cooperative e i confederali confermano l’impossibilità di altre forme sindacali di sedersi ai tavoli territoriali e aziendali nonostante l’effettiva rappresentanza, in barba alla costituzione e allo statuto dei lavoratori.
Durante la ricostruzione del percorso di questi mesi, da diversi interventi, sono emerse sensibilità comuni da migliorare e implementare, come ad esempio mantenere la tendenza di promuovere azioni ricompositive sia del settore sociale che con i soggetti che usufruiscono dei servizi, l’importanza delle modalità con cui si costruiscono percorsi comuni mettendo a disposizione strumenti e competenze di collettivi e sindacati di base per lotte comuni e non per tornaconti personali, la necessità di implementare la solidarietà tra le varie città in caso di attacchi alle lavoratrici/ori o a vertenze, per rompere l’isolamento che da troppi anni ha colpito chi si esponeva.
In più è necessario mettere in comune gli avanzamenti di vertenze singole o collettive riguardanti appalti o le delibere regionali, per dare punti di riferimento e di allargamento delle conquiste usufruibili in altri territori.
Nel pomeriggio si è proseguito con i tre tavoli tematici
1- Appalti e accreditamenti
2- Rinnovo del ccnl
3- Sicurezza
[a breve i report dei 3 tavoli]
Domenica con la plenaria conclusiva “Come agire un altro contratto possibile” si è analizzato come continuare al meglio questo percorso collettivo, partendo dal bisogno di costruire delle assemblee territoriali regionali con continuità, aiutando così a portare avanti determinato percorsi in maniera comune.
Bisogna cominciare ad utilizzare strumenti di comunicazione che possano facilitare il coworking e la comunicazione, dove si possa mettere in comune i documenti di tutti i territori riguardanti accordi aziendali e singoli, come delibere comunali e regionali e documentazione nazionale inerente al settore.
Il primo elemento propositivo con cui usciamo da questa 3 giorni è la preparazione di un testo da sottoporre a tutti i sindacati di base, da inoltrare alle centrali cooperative entro la fine di luglio 2019, con la disdetta del contratto collettivo in scadenza a dicembre 2019, dando così il segnale della volontà da parte di lavoratrici e lavoratori di non aspettare altri sette anni prima di un rinnovo. Di conseguenza a Settembre si vuole costruire assemblee sindacali retribuite e assemblee di collettivi dove analizzare la piattaforma rivendicativa, apporre miglioramenti e approvarla fra il maggior numero di lavoratrici e lavoratori. La piattaforma di rinnovo “dal basso” non deve essere concepita solo per il rinnovo del CCNL nazionale, ma può essere portata all’interno di cooperative ed aziende per cominciare già da lì a ottenere miglioramenti replicabili in altri luoghi e favorire un allargamento dell’attivazione delle lavoratrici e lavoratori.
A fine incontro ci si è dati appuntamento a fine settembre per lanciare una iniziativa coordinata su tutti i territori per fine ottobre, per urlare forte che un altro contratto è possibile e che la dignità del lavoro sociale è strettamente collegata alla qualità dei servizi sul territorio.