In questo mese di emergenza sanitaria e misure di prevenzione, abbiamo raccolto molte richieste e telefonate anche dai lavoratori e dalle lavoratrici del Turismo, indubbiamente uno dei settori più colpiti nell’immediato ma anche per le conseguenze immaginabili sulla prossima stagione estiva e balneare, in particolare nella costa romagnola e nelle città di vecchia e nuova turistificazione come Venezia o Bologna, colpite negli ultimi anni anche da forme di overtourism.
Abbiamo deciso quindi di pubblicare nella serie “Turismo: la voce ai lavoratori e alle lavoratrici del settore” alcune testimonianze che ci sono state inviate o che abbiamo raccolto nei colloqui telefonici durante gli Sportelli online, col fine di condividere le preoccupazioni materiali di chi lavora in uno dei settori più precari e meno sindacalizzati del nostro paese. Un settore dove si sperimentano forme multilivello di sfruttamento e dove la messa in deroga del contratto e altre gravi irregolarità come la mancanza del giorno libero, lavoro grigio o nero sono quotidianità.
Tra i provvedimenti che il Governo ha adottato per far fronte alle ricadute economiche dell’emergenza Covid-19, che ribadiamo essere in generale del tutto insufficienti e soprattutto troppo frammentati e segmentati, c’è D.L. n. 18 del 2020 (c.d. Cura Italia) una misura rivolta a sostenere il reddito dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali del turismo e degli stabilimenti termali.
Per i lavoratori e le lavoratrici stagionali è previsto all’art. 29 un bonus di 600 euro una tantum (per il solo mese di marzo) di cui “potranno beneficiare i lavoratori dipendenti stagionali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020 (data di entrata in vigore del decreto-legge n. 18) e non risultano titolari di pensione o di un rapporto di lavoro dipendente alla medesima data”. Tuttavia, la formulazione della norma rispetto alla cessazione involontaria del rapporto di lavoro rischia a nostro avviso di lasciare aperte diverse questioni di interpretazione, sulle quali auspichiamo intervenga in senso non restrittivo la tanto attesa Circolare INPS che dovrebbe illustrare le modalità di accesso al bonus e chi sono i beneficiari.
Riteniamo soprattutto questo provvedimento del tutto insufficiente dal punto di vista della modalità e della misura economica, considerando che solo nella Provincia di Rimini sono circa 35 mila i lavoratori e le lavoratrici occupate nel settore turistico (e in totale oltre 400 mila in tutta Italia) che, con il perdurare della crisi e delle misure di distanziamento sociale che prevedibilmente proseguiranno anche nei prossimi mesi, vedranno le loro opportunità di impiego azzerate a causa del crollo della domanda turistica derivante dall’emergenza COVID19 e delle connesse limitazioni.
La situazione del settore turistico è tra quelle che deve fare più riflettere: tra le economie in costante espansione e sempre più rilevanti in termini di PIL, presenta però una forza-lavoro tra le più precarie e più povere, non raramente prive di soluzioni abitative adeguate come nel caso della Riviera Romagnola. Inoltre l’imporsi del legame tra turismo e economia di piattaforma (come nel caso della crescente messa a valore delle abitazioni private tramite Airbnb in molte città italiane) e il conseguente emergere di forme di informalizzazione del lavoro senza tutele, mostra l’intreccio prodotto dai processi di turistificazione tra sfruttamento della manodopera e impatto sui territori e sui cittadini.
Per questo, ora più che mai servono misure urgenti e stabili a sostegno al reddito di questi lavoratori e lavoratrici. A fronte delle scelte del Governo, considerando la stretta iperburocratica (che taglia fuori tutte quelle persone sprovviste di connessione alla rete o in difficoltà con le procedure online senza assistenza dei Patronati) e un bonus una tantum (per ora solo Marzo), diventa più che mai necessaria una misura universale come il Reddito di quarantena per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici del settore colpiti da questa emergenza e dalla crisi che verrà.
INFORMAZIONI pratiche per accedere alle misure una tantum con il dl. 18/2020
E’ necessario avere il PIN dell’INPS per potere procedere alla richiesta di bonus che avverrà esclusivamente on line.
>> Nel messsaggio INPS “Interventi di semplificazione per l’accesso ai servizi web e per l’attribuzione dei PIN” trovate le informazioni e istruzioni per la nuova procedura semplificata per avere il pin necessario per presentare la domanda online:
https://urly.it/351rm.
>> Qui invece la pagina dell’INPS per ottenere il pin (seguire la procedura indicata serve codice fiscale, iban personale):
https://urly.it/351tb