Lunedì 28 novembre si è conclusa positivamente la vertenza che ha visto negli ultimi mesi le lavoratrici e i lavoratori della Taddei Training (cooperativa dello storico gruppo parmense Primo Taddei) lottare con forza e intelligenza per rivendicare importanti riconoscimenti contrattuali, legati in particolare all’inquadramento professionale.
Dall’affidamento alla T.T., avvenuto nel gennaio del 2014, la questione dell’adeguamento dei livelli in base alle rispettive mansioni svolte era rimasta per troppo tempo “in sospeso”, nonostante fosse stata inserita nel verbale di cambio d’appalto.
Di fatto la cooperativa nei mesi successivi aveva cercato di neutralizzare le giuste rivendicazioni, inserendo nel regolamento interno il riconoscimento, di norma, di solo due tipi di inquadramento – facchino semplice (al livello più basso del CCNL) e facchino “qualificato” (al livello appena superiore) – e di fatto costruendo una vera e propria classificazione autonoma, in barba a qualsiasi dovere d’osservanza dei dettami contrattuali collettivi.
Cioè, nel concreto, significava che la grande maggioranza degli addetti ha avuto come unica prospettiva l’avanzamento dal livello 6°j a al 6° (1354 € lordi mensili) dopo trenta mesi (come da norma introdotta nel CCNL 2013 da Cgil-Cisl-Uil, già di per sé scandalosa), mentre i lavoratori più qualificati, come i carrellisti, si vedevano inchiodati al 5° livello (1450 € lordi mensili).
Un caso estremamente rappresentativo di quali possibilità sono offerte dalla normativa alle cooperative, che molto spesso vengono utilizzate per aggirare le disposizioni dei Contratti collettivi a danno dei propri “soci”, creando a tutti gli effetti dei lavoratori di serie B. E innescando una corsa al massimo ribasso (nel costo del lavoro, ovviamente) a tutto vantaggio dei grandi capitali che operano nella logistica.
A giugno scorso, quindi, gli iscritti ad ADL Cobas – nel frattempo cresciuti fino ad una novantina, grazie alla capacità di autorganizzazione dimostrata in questi anni soprattutto dal nucleo di lavoratori bangladesi e indiani nonostante le continue pressioni – hanno deciso di riprendere la lotta per il riconoscimento dei livelli ed andare a sanare la grave situazione di irregolarità contrattuale.
Dopo lo sciopero compatto e il blocco delle merci del 15 giugno scorso, s’è aperto quindi per la prima volta la possibilità di una trattativa su questi temi, arenatasi però dopo l’estate a causa della pretesa da parte della cooperativa di riconoscere il passaggio per soli 39 pickeristi.
Al contrario, ADL Cobas Emilia Romagna aveva presentato una piattaforma rivendicativa in linea con i principi della piattaforma nazionale della logistica, che pretendeva il riconoscimento per tutti i profili professionali, tenere conto anche dell’elemento di anzianità di magazzino.
Ecco perché nel mese di ottobre è ripresa l’agitazione: alle 3 settimane di blocco degli straordinari, che hanno praticamente mandato in tilt la gestione del grande magazzino della G.D.O., è seguita l’importante mobilitazione del 21 ottobre.
Sfruttando la giornata di sciopero generale della logistica del sindacalismo di base, i lavoratori e i delegati dell’area emiliana e basso mantovana hanno deciso di dare vita ad un’iniziativa di lotta unitaria, concentrandosi per oltre 12 ore consecutive davanti agli ingressi di Number1.
Significativo anche che proprio in quella giornata l’operatore logistica abbia deciso di travisare tutte le proprie insegne presenti all’esterno del magazzino: evidentemente, con la coscienza sporca e consapevoli del illegalità contrattuale tollerata (se non favorita) all’interno dei propri stabilimenti, hanno goffamente cercato di non essere associati all’iniziativa di denuncia e protesta!
E proprio quella giornata si è infine dimostrata decisiva poiché ha dimostrato il grado di determinazione e il rapporto di forza messo in campo dai lavoratori. In seguito è infatti ripreso il confronto sindacale sulla base di nuove premesse, che sono poi i risultati raggiunti con l’accordo odierno.
Innanzitutto passaggio immediato di livello (al 5° e al 4°J) per 74 lavoratori e corresponsione d’indennità economiche equivalenti ad ulteriori 19 addetti, come preludio al riconoscimento del passaggio al livello superiore corrispondente a fine 2017, contestualmente al riconoscimento del 4° livello per i carrellisti.
Inoltre, sul piano dell’organizzazione del lavoro, l’applicazione della paga mensilizzata è stata mitigata dall’introduzione della garanzia alla retribuzione della settimana lavorativa ordinaria (39 ore) su 5 giorni, scongiurando l’obbligatorietà del sabato lavorativo e della flessibilità selvaggia.
Infine, a partire dal giugno prossimo, in aggiunta agli elementi salariali fissi, verrà istituito un sistema premiale su elementi di efficientamento del lavoro e di assenteismo, da definire sia negli indicatori sia nella quantificazione economica.
Ora la lotta dovrà continuare per mantenere la dignità e raggiungere altri importanti obiettivi all’interno del magazzino Number 1 di Parma, consci del fatto che questo accordo rappresenta un’importante passo in avanti da estendere in tanti altri magazzini e un insegnamento di come l’unità e l’autorganizzazione siano la chiave di volta per ottenere reddito e diritti sul lavoro, per tutti/e.