E’ in uso, ormai in modo alquanto consuetudinario, l’utilizzo da parte degli apparati di polizia dello strumento, ispirato dal codice Rocco, del foglio di via. Si tratta di uno strumento che viene usato ogni qualvolta, le autorità di Pubblica Sicurezza decidano arbitrariamente di allontanare da una determinata località una persona ritenuta pericolosa. Infatti l’art. 2 del Decr. Legisl. 159/2011, meglio noto come codice antimafia, stabilisce che si tratta di una misura limitativa della libertà di movimento di natura amministrativa che opera preventivamente rispetto alla commissione di reati o indipendentemente dalla commissione di ulteriori reati, sul presupposto della pericolosità sociale del soggetto che ne è destinatario.
Pertanto un provvedimento che era stato pensato in funzione antimafia, in realtà viene usato per lo più contro attivisti sociali o sindacali che si battono contro lo sfruttamento nei posti di lavoro o per il diritto alla casa, o contro la crisi climatica. Si tratta quindi di uno strumento odioso che limita la libertà delle persone, non perché abbiano commesso reati, ma per il solo fatto di essere presenti in luoghi dove con picchetti, o manifestazioni si rivendicano diritti.
In questi ultimi anni non si contano i provvedimenti di questo tipo emessi dalle varie Questure contro gli attivisti dei vari ambiti di lotta.
Abbiamo saputo che recentemente anche a Padova sono stati adottati provvedimenti di questo tipo contro attivisti sindacali “colpevoli” di essere stati presenti a dei picchetti davanti al magazzino Tigotà.
Nel condannare l’uso di questo strumento di limitazione delle libertà individuali a Padova, così come in qualsiasi altra parte dell’Italia, è’ con ulteriore preoccupazione che guardiamo alle conseguenze ancora più pesanti che implicherà l’entrata in vigore del DDL “Sicurezza”. Per contrastare queste politiche repressive è necessario allargare sempre di più il fronte di lotta, a partire dalla grande manifestazione di Roma del 14 dicembre, che ha visto la partecipazione di cento mila persone e alla quale, come Adl Cobas, abbiamo partecipato convintamente. E’ necessario continuare sulla strada maestra dell’allargamento della partecipazione a questa fondamentale battaglia, costruendo percorsi reali di lotta fuori da logiche settarie e ideologiche, che portano alla frammentazione e all’indebolimento dei movimenti di lotta.