Questa mattina siamo dalle prime luci dell’alba in sciopero e in blocco ai cancelli della Number one di Parma con i lavoratori Adl Cobas della Taddei training per rivendicare un accordo integrativo degno e reclamare quei diritti che ogni giorno vengono cancellati nei luoghi di lavoro.
Siamo qui più determinati che mai nonostante gli ostacoli che incontriamo in paese come l’Italia dove delegati dei sindacati conflittuali e attivisti di movimento vengono costantemente sottoposti ad arbitrarie misure cautelari limitative della libertà e dell’agibilità politica perché considerati “soggetti pericolosi”.
Oggi siamo pieni di rabbia perché queste misure cautelarli, gli arresti domiciliari, colpiscono un nostro delegato sindacale Marco di Adl Cobas Padova ed Enrico attivista del Centro Sociale Pedro.
Come accaduto per Luca Casarini, anche in questo caso, il giudice ha negato l’affidamento ai servizi sociali con motivazioni inaccettabili per cui in mancanza di giudizio e quindi di difesa, chi dal basso costruisce dissenso e lotte degne, è colpevole a prescindere e quindi “meritevole” di misure che privano della libertà.
In questi mesi sono diversi i processi e gli attacchi delle Procure che colpiscono le lotte sindacali, non ultimo quelle di Pievesestina a Cesena, dove continuano ad arrivare – nonostante l’ottimo risultato dell’archiviazione del processo per lo sciopero del 2 ottobre 2015 in Artoni con cariche della polizia sul blocco degno – decreti penali di condanna e multe per chi ha rifiutato un lavoro da schiavi e si è organizzato per denunciarlo.
Dai blocchi ai cancelli della Logistica, agli spazi sociali autogestiti unici laboratori di pratiche di mutualismo nelle nostre città, continuiamo a lottare e a costruire alternativa ad una politica ed una legalità sempre debole con i poteri forti e gli schiavisti e forte con chi organizza le classi subalterne rivendicando più diritti e giustizia sociale per tutti e tutte!
Zenzi e Zuzzu liberi! Liberi tutti! Non ci avrete mai!
ADL Cobas Emilia – Romagna