“Il viaggio del turista non è un movimento di apertura, al contrario, è impermeabile a tutto, soprattutto all’altro da sé che incontra sul cammino. Non gli interessa, perché il turista cerca di replicare la propria comfort zone quotidiana in ogni luogo che visita, pronto anche a deturparlo piuttosto che essere al sicuro. Non è un caso che il momento culminante del viaggio non sia più l’esperienza stessa del muoversi, né lo scoprire o il conoscere, ma la rappresentazione del proprio viaggio”.
A questa lettura si accompagnano le condizioni sempre più sfruttate dei lavoratori e delle lavoratrici del settore in particolare per quelli legati alla stagionalità dell’industria turistica, balneare o invernale.
Allora le lotte per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del turismo devono incontrare e incrociare quelle per la difesa dei territori messi in vendita per favorire questo turismo predatorio e consumistico.
#MaiSchiavi #MaiSchiave
Il turismo? Non c’entra più col viaggiare, è solo masturbazione
Duecento anni dopo i suoi primi passi, in una Europa che non somiglia più a quella dei tempi di Goethe, il turismo non somiglia più a quello che facevano i ricchi figli della grande borghesia nord europea, quello che ne è rimasto è una sintesi di tutte le contraddizioni del consumismo occidentale