Questa vertenza ci mise per la prima volta davanti ad una filiera produttiva, quella del settore ittico, che per illegalità diffusa e forme di grave sfruttamento non ha nulla da invidiare a quella del pomodoro o del turismo, un sistema di scatole cinesi che coinvolge produttori, studi commerciali, studi legali, fondi di investimento, in grado di truffare bilanci, emettere fatture false, far sparir denaro, sfruttare manodopera mentre a tirare la cinghia sono i lavoratori e le lavoratrici italiani e stranieri che siano. Sono stati fino ad ora i soli e le sole ad aver pagato per colpe, azioni e responsabilità commesse da altri.
È questo sistema allora il nostro nemico, è chi ci sfrutta, chi ci tratta come mera merce, sottraendo la ricchezza che produciamo e investendola magari in qualche società offshore, o conto a San Marino.
A quattro anni dal fallimento della Mare SPA, dopo che i lavoratori e le lavoratrici hanno attenuto la copertura del fondo di garanzia Inps delle ultime tre mensilità e del Tfr ma sono ancora in attesa del riparto dei crediti che ancora vantano e che a breve dovrebbero essere liquidati dopo la vendita di tutti i beni intestati alla Mare spa da parte della curatela, l’unico rammarico che rimane è quello di non aver concretizzato, nonostante le tante possibilità e opportunità, il riavvio della produzione.
In questo senso abbiamo sempre criticato la gestione della curatela per non aver prestato attenzione ad alcune importanti offerte che avrebbero potuto far ripartire la produzione e rioccupare all’interno dell’azienda tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici.
A loro dopo 4 anni va dato il merito di non aver abbandonato il campo e di aver rivendicato diritti e dignità contro ricatti e bugie in un tempo che sembra aver dimenticato il significato di queste parole.
#MaiSchiavi #MaiSchiave
ADL Cobas