Lo scorso 8 agosto si è aperta una grossa ferita nella città di Bologna. Alle prime ore del giorno il centro sociale Làbas è stato violentemente sgomberato dalle forze dell’ordine, nel più assordante silenzio politico-istituzionale. Nella stessa mattinata anche un altro luogo storico dell’autorganizzazione, il Laboratorio Crash! Bologna veniva sgomberato.
Le reazioni di realtà sociali, politiche, associative e sindacali, insieme a chi attraversava lo spazio dell’ex caserma Masini si sono fatte sentire da subito, facendo capire che questo strappo alla città non sarebbe passato impunito.
Il 30 agosto si è svolta un’assemblea che ha visto più di un migliaio di persone affermare con forza la volontà di non piegarsi a chi da mesi ormai vuole eliminare quel pezzo di società viva e solidale, che attraverso l’autorganizzazione e il mutualismo combatte per una città dei diritti contro le politiche dell’impoverimento e della paura.
Una politica che abbiamo già tante, troppe volte incontrato.
Nei mesi scorsi, fuori dai cancelli della Composad a Viadana, dove padroni, sindacati confederali e istituzioni si sono coalizzate per eliminare chi richiedeva salari giusti e dignità sul lavoro.
La vediamo tutti i giorni nei luoghi di lavoro, dove i diritti vengono calpestati dai ricatti imposti dai datori di lavoro e dalle cooperative e sacrificati sull’altare del profitto e dell’arricchimento dei pochi.
L’abbiamo vista in piazza Indipendenza a Roma, dove oltre 800 rifugiati sono stati brutalmente sgomberati e perseguitati per aver occupato uno stabile dismesso, rispondendo alle politiche inadeguate o inesistenti dell’accoglienza e del welfare.
La vediamo tutti i giorni negli Hub e nei CAS, dove migranti che fuggono da guerre provocate dall’Occidente, vengono trattati come esseri privi di diritti, additati da razzisti e neofascisti come capri espiatori degli effetti della crisi.
E l’abbiamo vista con lo sgombero di Làbas, un luogo che tra le altre cose ha ospitato lo sportello per il Diritto all’Abitare dell’ Adl Cobas, e con noi si è reso protagonista di un’importante stagione di lotta per una #casapertutti dando vita a 3 occupazioni abitative a Bologna. Un luogo fondamentale per chi, come l’ADL, aspira a costruire un’alternativa alle miserie del presente, per una città migliore, fatta di edilizia sociale contro speculazione, di mutualismo e accoglienza degna contro povertà e miseria, di sostegno all’economia locale ed ecosostenibile contro l’industria agroalimentare e di sfruttamento dell’ambiente.
Ecco perché, in queste settimane, la città di Bologna (e non solo) s’è indignata ed ha alzato la testa, organizzandosi ed affermando il diritto di riprendersi ciò che in tante occasioni, come l’8 agosto, hanno tentato di sottrarci. #RiapriAMOlàbas è allora la chiara e forte parola d’ordine sotto la quale migliaia di persone e tantissime realtà organizzate sfileranno il 9 settembre nella grande manifestazione che attraverserà le piazze e le strade della città.
Come lavoratori e lavoratrici di ADL Cobas ci saremo, a fianco alle compagne e ai compagni e i cittadini e le cittadine di Bologna che da anni portano avanti lotte analoghe e solidali a quelle che ci ritroviamo a combattere nei luoghi di lavoro e nei territori ogni giorno.
Perché come ci insegna la lotta nella logistica, se toccano uno, toccano tutte e tutti!
Basta Paure! Basta soprusi!
Il 9 Settembre tutte e tutti a Bologna RiapriamoLàbas – Grande Manifestazione!
#riapriamolàbas #toccaunotoccatutti