Programma della giornata:
Corteo: ore 14.30 partenza Piazzale della stazione dei treni -> arrivo al parco Milcovich all’interno del Festival Arcella Bella
Attività: ore 17 – 19 attività sportive organizzate da Polisportiva San Precario, ASD Quadrato Meticcio e Palestra popolare Galeano; Laboratorio di serigrafia a cura di Inkursioni Lab (CSO Pedro); animazione itinerante nel parco e un laboratorio di ballo con la Murga; animazione per bambinə;
Talk: ore 18 “Questo lavoro non è vita” presentazione del libro di Dario Salvetti sulla lotta dei lavoratori della ex GKN
Musica: dalle 19 concerto di Falou Seck and the melting beats
Anche quest’anno il primo maggio arriva in un contesto politico dominato dal tema della guerra. I conflitti armati – in Ucraina a Gaza in Sudan senza dimenticare le 50 guerre in corso attualmente nel pianeta – si stanno incancrenendo e ad allargando. In Italia ed Europa le elite di governo invece di giocare un ruolo di pace a livello internazionale, promuovendo il disarmo, l’allargamento di diritti e libertà ed investendo nella giustizia sociale e climatica, si stanno avventurando lungo il pendio scivoloso del riarmo e del rilancio dell’industria bellica, sperando così di riacquistare un ruolo politico internazionale e risolvere le crisi industriali e di consenso politico che attraversano tutto il vecchio continente.
Dopo anni di continui tagli al welfare state, di austerità e di rifiuto di allargare la solidarietà europea per ridurre le disuguaglianze, la povertà ed impostare una transizione ecologica socialmente sostenibile, scopriamo che non è un problema per la UE mobilitare un’enorme massa di denaro, 800 miliardi, nell’acquisto di sistemi di armamento. Il governo italiano e con lui buona parte delle elite economiche e i grandi mass media, convergono verso la prospettiva di un’economia di guerra, che va di pari passo con una militarizzazione della sfera pubblica e della società nel suo complesso, nonché della restrizione degli spazi del dissenso.
Nel frattempo le condizioni di lavoro e di vita nel nostro paese peggiorano; aumentano i lavorator_ poveri e le famiglie che hanno difficoltà ad accedere a beni e servizi fondamentali, tra cui la casa e le cure mediche. Cresce anche la povertà educativa ed energetica. E mentre le destre continuano a strillare all’invasione è in continua crescita l’emigrazione, soprattutto di giovani laureat_, verso altri Paesi.
Questo primo maggio vogliamo gridare il nostro rifiuto a lavorare per l’economia di guerra perché l’unica conversione industriale necessaria è quella finalizzata a ridurre la crisi climatica ed ecologica, come ci insegnano i lavoratori della ex-GKN che parteciperanno, con una delegazione alla nostra giornata.
Vogliamo denunciare ancora allo scandalo delle morti sul lavoro, dei troppi infortuni e malattie professionali. Vogliamo rilanciare la lotta per il salario minimo legale e per aumenti delle retribuzioni in tutti i comparti.
Vogliamo ribadire che la Legge Bossi-Fini e le politiche migratorie degli ultimi anni producono solo morti lungo le rotte di mare e terra e sfruttamento per chi riesce ad attraversare le frontiere.
Vogliamo confermare la nostra indisponibilità ad accettare inermi la stretta razzista, repressiva e autoritaria del Governo Meloni che con la minaccia del carcere pensa di disciplinare i corpi e anestetizzare il conflitto.
Il prima maggio quindi attraverseremo le strade dell’Arcella, ognun_ a partire della proprie lotte e specificità ma consapevoli che il cambiamento può arrivare solo con la loro convergenza e con la costruzione di comunità solidali larghe e forti.
