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ADL Cobas > Blog > Lavoro Sociale > Decreto “Cura Italia”: adesso è il momento di garantire il 100% della Salute, del Salario e della Dignità a tutti gli operatori e operatrici sociali!
Lavoro Sociale

Decreto “Cura Italia”: adesso è il momento di garantire il 100% della Salute, del Salario e della Dignità a tutti gli operatori e operatrici sociali!

ADL-Cobas Emilia Romagna
di ADL-Cobas Emilia Romagna Pubblicato 20 Marzo 2020 1.3k Visualizzazioni 5 minuti di lettura
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DECRETO “CURA ITALIA”: ADESSO È IL MOMENTO DI GARANTIRE IL 100% DELLA SALUTE, DEL SALARIO E DELLA DIGNITÀ A TUTTI GLI OPERATORI E OPERATRICI SOCIALI!

Il 17 marzo 2020 è stato approvato il cosiddetto decreto “Cura Italia” ( Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18) che per quanto riguarda i lavoratori e le lavoratrici delle imprese sociali impiegati nei servizi pubblici, sotto diverse forme dell’esternalizzazione, contiene due articoli di interesse (n. 47 e 48).

Il decreto prevede all’art. 48, che “Durante la sospensione dei servizi educativi e scolastici e dei servizi sociosanitari e socioassistenziali di cui al comma 1 del presente articolo, le pubbliche amministrazioni sono autorizzate al pagamento dei gestori privati dei suddetti servizi per il periodo della sospensione, sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo“.

Ciò che riteniamo preveda questo articolo è dovuto senza dubbio alla grande mobilitazione che ha visto migliaia di educatori\educatrici e operatori\operatrici sociali attivarsi in tutto il Paese, il decreto infatti recepisce quello che abbiamo rivendicato con forza fin dall’inizio della sospensione dei servizi a causa dell’emergenza sanitaria, cioè la necessità di riconoscere il 100% della salute, il 100% del salario e il 100% della dignità.

-importante-
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E’ previsto infatti che le stazioni appaltanti (Comuni, Ausl/Ats) potranno pagare gli Enti Gestori attraverso i fondi già stanziati e messi nel bilancio preventivo e questa disposizione è sicuramente più tutelante per lavoratori e lavoratrici, perché né la Cassa in deroga, né il FIS possono garantire la copertura al 100% del salario.

Tuttavia non è possibile considerare ciò che stabilisce il decreto come totalmente risolutivo, quindi è necessario continuare ad attivarsi sul fronte della mobilitazione del comparto e della pressione sindacale nei confronti di tutti gli Enti Pubblici committenti ed Enti Gestori affinché siano subito sbloccati i fondi stanziati.

Gli Enti committenti dovranno giustificare l’erogazione dei fondi, per una quota attraverso la rimodulazione di servizi/prestazioni svolte come indica il decreto: “Tali servizi si possono svolgere secondo priorità’ individuate all’amministrazione competente, tramite coprogettazioni con gli enti gestori, impiegando i medesimi operatori ed i fondi ordinari destinati a tale finalità’”; mentre una seconda quota è subordinata al fatto che gli Enti Gestori mantengano la struttura organizzativa (comma 2 art. 48): “La corresponsione della seconda quota, sarà corrisposta previa verifica dell’effettivo mantenimento, ad esclusiva cura degli affidatari di tali attività, delle strutture attualmente interdette, tramite il personale a ciò preposto, fermo restando che le stesse dovranno risultare immediatamente disponibili e in regola con tutte le disposizioni vigenti, con particolare riferimento a quelle emanate ai fini del contenimento del contagio da Covid-19, all’atto della ripresa della normale attività”.

E’ fondamentale adesso che tutti gli Enti Pubblici stipulino degli accordi con gli Enti Gestori per permettere la rimodulazione dei servizi sospesi, nelle misure e modalità possibili, per garantire, come indicato dal decreto del Governo, diritti e dignità sia a chi opera sia a chi usufruisce dei servizi educativi, sociosanitari e socio-assistenziali.

La nostra utenza (bambini/bambine e persone con disabilità e altri soggetti svantaggiati) ha bisogno di percorsi educativi anche in questo momento, sta alla responsabilità dei Territori cercare di garantirla loro nel miglior modo possibile, preservando salute e sicurezza ma mantenendo continuità nelle relazioni avviate con le operatrici ed operatori impiegate/i nei Servizi.

Un problema sarà la quantificazione della prestazione rispetto a tutte le ore di contratto stipulato, per esempio nell’assistenza educativa scolastica, nell’assistenza educativa domiciliare, nei servizi per la disabilità, dove difficilmente possono essere svolte la totalità delle ore di contratto tramite telelavoro, quindi riteniamo fondamentale che siano riconosciute le ore non svolte frontalmente, come ore non frontali (per progettazione, programmazione, preparazione materiale, coordinamento , equipe, etc…).

Non è quindi il momento di cantare vittoria, ma di lottare e mobilitarsi in ogni territorio, affinché Committenze (es. Comuni/Ausl) ed Enti Gestori (Cooperative o Aziende Speciali, Fondazioni…) si accordino per avviare la diversa modulazione dei Servizi: è importante in questo momento più che mai organizzarsi, unirsi in solidarietà con le proprie colleghe e i propri colleghi: nulla può sostituire l’impegno attivo e diretto di lavoratrici e lavoratori.

Lavoreremo nei prossimi giorni per fornire strumenti e materiali a chiunque voglia continuare, coordinandosi con altri, in questa battaglia per rivendicare il 100% della salute, il 100% del salario e il 100% della dignità.

Intersindacale educatori e operatori sociali Adl Cobas – Sial Cobas

Argomenti: cooperative sociali, coronavirus, educatori, redditodiquarantena, Rimini - Romagna
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Chi siamo

L’ADL Cobas (come “associazione difesa lavoratori”) nasce nel 1992 dall’esperienza politica e sociale sviluppatasi lungo il decennio degli anni 80 nella Bassa Padovana attorno alle lotte contro la ristrutturazione, il decentramento, i licenziamenti, la precarizzazione del lavoro e la devastazione ambientale in quei territori. 


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